Manovra, il dilettante Di Maio sfottuto anche dalla Boldrini: «Sei una macchietta»

15 Lug 2019 17:56 - di Valerio Falerni

Un vero dilettante allo sbaraglio. Parliamo di Luigi Di Maio. Ma come gli è saltato in mente di attaccare i sindacati, “rei” a suoi occhi di aver accolto l’invito di Salvini per un confronto sulla manovra economica? Due volte dilettante se si pensa che ha preferito andare addosso alle parti sociali pur di evitare un frontale con il suo omologo e collega di governo. Tre volte se si considera che con la sua mattana odierna ha scavato un solco ancor più profondo dal Pd, la cui sponda gli sarebbe potuta risultare preziosa nella partita a scacchi contro la Lega.

Di Maio cade nella trappola di Salvini

Ma tant’è: la presenza di Siri al Viminale in veste di relatore sulla flat tax ha avuto su Di Maio lo stesso effetto di un drappo rosso agitato di fronte a un toro. Praticamente non ci ha visto più e ha dato sfogo alla solita litania grillina: «Se i sindacati vogliono trattare con un indagato per corruzione messo fuori dal governo, invece che con il governo stesso, lo prendiamo come un dato – ha scritto su Fb -. E ci comportiamo di conseguenza». E ancora: «Ora ho capito perché alcuni sindacati attaccano la nostra proposta sul salario minimo, quando abbiamo milioni di lavoratori sfruttati e sottopagati. Parlino pure con Siri, parlino pure con chi gli vuole proteggere le pensioni d’oro e i privilegi. Hanno fatto una scelta di campo, la facciamo pure noi!» Un vero delirio. Che ha innescato, com’era prevedibile, la piccata risposta di Cgil Cisl e Uil che, in una nota unitaria, prima hanno bollato come «del tutto inaccettabili ed offensive» i toni e le parole utilizzate da Di Maio per poi ricordargli di essere state convocate «dal vice presidente del consiglio Matteo Salvini insieme ad altre 40 organizzazioni di rappresentanza in vista della prossima legge di bilancio, incontro peraltro ampiamente annunciato nei giorni scorsi».

Tweet al veleno dell’ex-presidente della Camera

E che Di Maio l’abbia fatta davvero fuori dal vaso lo testimonia più di ogni altro il tweet al veleno postato da Laura Boldrini: «Salvini convoca i sindacati e delega Siri, il sottosegretario indagato per corruzione, a spiegare la flat tax alle parti sociali. E il paladino dell’onestà con chi se la prende? Coi sindacati! C’è un limite, superato il quale, si diventa una macchietta».

 

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  • MICHELE RICCIARDI 16 Luglio 2019

    16 Luglio 2019 —- Siccome democrazia vuol dire governo del popolo: è democrazia se i sindaci, i leader, o un governo non piace più, lo devi sopportare per tutto il mandato? E democrazia se, “fuori le idee e vinca la migliore” è vietato e/o non incoraggiato? E’ democrazia se le opposizioni fanno solo il tanto peggio tanto meglio? E’ democrazia se ci sono cose che il popolo (la maggioranza) le vuole fortemente le vuole e loro non le fanno? E’ democrazia se è vietato andare ai perché e ai come? E’ democrazia se è vietato andare alla radice dei problemi? E’ democrazia se il numero di quelli che non vanno a votare perchè schifati, non influiscono nei conteggi dei seggi elettorali? E’ democrazia se i migliori devono restare a casa per favorire i peggiori? E’ democrazia se noi siamo liberi di scrivere quello che vogliamo e loro sono liberi di non rispondere o di ignorarci? (Esiste il libro “Lettere a chi non vuol sentire” nascosto da tutti e un diario insabbiato anche da questa Europa…). Invece di essere governati dal popolo (la democrazia), siamo governati dai partiti, che sono nelle mani di questa comunicazione. Insomma, perché la democrazia ci ha condotti dove ci ha condotti… perché non è democrazia, ma tutt altro… — Così, dopo una accurata ricerca sui grandi Google e You Tube.