L’ultimo saluto a Esposito, il tabaccaio ucciso da un nigeriano. Rampelli: basta insabbiare

10 Lug 2019 15:29 - di Redazione

Mai più. Si sono svolti questa mattina nella Chiesa di San Giacomo Apostolo di Calvizzano, in provincia di Napoli, i funerali di Ulderico Esposito, il tabaccaio di 52 anni morto il 4 luglio scorso all’ospedale Cardarelli di Napoli dopo un mese di agonia, in seguito all’aggressione di un nigeriamo. La funzione funebre, officiata dal sacerdote Ciro Tufo, si è svolta nella chiesa frequentata dal tabaccaio e dalla sua famiglia. Il sindaco di  Mugnano, la città natale di Eposito ha proclamato il lutto cittadino. Non ha fatto lo stesso il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris (che però ha fatto visita alla famiglia nei giorni scorsi), dimostrando una certa “distrazione” o confermando il vizio dell’area progressista ad “attenzionare” più gli malviventi che le vittime.

Rampelli: basta voltarsi dall’altra parte

Presente ai funerali Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera ed esponente di punta di Fratelli d’Italia, che ha voluto, non solo esprimere vicinanza ai familiari del tabaccaio, ma sollecitare la politica a non lasciare «nel dimenticatoio i familiari delle vittime di gravissimi reati o omicidi», troppo attenta ai responsabili dei misfatti.  «Con la mia presenza», ha dichiarato alla stampa e alle tv locali l’esponente di FdI, «intendo prendere impegno perché sul decreto Sicurezza bis vengono inseriti interventi ad hoc e il Parlamento e il governo  agiscano con i fatti, non con gli annunci, di fronte ai tanti episodi drammatici come quello che ha visto vittima Ulderico Esposito, che per settimane ha combattuto da solo di fronte alla presenza nei pressi della sua tabaccheria di nigeriani non proprio “pacifici”, finché non è accaduto il peggio». Rampelli ha fatto notare l’assenza del sindaco del Comune di Napoli ai funerali, «ma oggi non è il giorno delle polemiche», ha aggiunto.

«Ulderico non è riuscito a superare il trauma causato dal pugno di un nigeriano richiedente asilo politico. Ora, fermo restando che i pugni possono essere dati anche da malviventi italiani, resta il fatto che la tragica parabola dimostra come il decreto sicurezza non abbia prodotto i risultati sperati. Il nigeriano era infatti uscito dal circuito dell’accoglienza e aveva fatto perdere le sue tracce. Il che significa che i controlli continuano a non funzionare e la presenza dei richiedenti asilo è fuori controllo», aveva dichiarato Rampelli nei giorni scori. Presenti alla cerimonia  anche il Commissario prefettizio del comune di Calvizzano e il sindaco di Mogliano che ha proclamato il lutto cittadino.

Commenti

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  • Giuseppe Forconi 11 Luglio 2019

    Quando verra’ annunciata la pena di morte per il nigeriano? Luogo ed ora.