L’ombra (imbarazzante) di Minniti sul Pd. Chapeu per Lerner: «Oggi lo rinnegano, ma ieri…»
I nuovi idoli del Pd si chiamano “Carola”, “Sea Watch” e in queste ore anche “Alex” e “Alan Kurdi”. È l’ennesima giravolta di un partito senza identità e senza progetto, un comitato di notabili interessato solo a conquistare o a difendere (laddove ancora li mantiene) posti di potere. Il partito di Zingaretti è ora tutto votato a sostenere le Ong nel feroce duello ingaggiato con Salvini. Ma, fino a un anno e mezzo fa, quandi al timone c’era Renzi, questo stesso partito appoggiava l’allora ministro dell’Interno Marco Minniti, il quale tentò di frenare la partenza dei barconi stabilendo accordi con vari clan libici. Qualche risultato -è onesto riconoscerlo- il predecessore di Salvini lo ottenne, anche se gli sbarchi continuarono e anche se le Ong imperversano indisturbate per il Mediterraneo. Comunque la vogliamo giudicare, la politica di Minniti partiva dal presupposto che l’unico realistico modo per evitare il dramma dei migranti in mare è cercare proprio di impedire che… ci siano migranti in mare. Tutto l’opposto di quello che vanno oggi predicando (non per idealità, ma per calcolo politico) Zingaretti e i suoi dignitari. Di qui la feroce lapidazione politica di cui Minniti è ora vittima, con i grossi calibri del partito che gli sparano contro a palle incatenate. «Ha portato il Pd sulla linea di Salvini», ha detto ad esempio Orfini dell’ex ministro dell’Interno.
«Pensano di rifarsi una verginità politica»
A Gad Lerner questo cinico gioco al massacro non piace. E sulla sua pagina Facebook denuncia in un post l’indecente trasformismo dei “compagni” piddini: «Nell’estate 2017 -scrive- sono uscito dal Pd in dissenso con le scelte compiute sui migranti: revoca di Mare Nostrum, patto con i capitribù libici, rinuncia allo Ius Soli, attacco alle Ong. Fa pessima figura chi ora pensa di rifarsi una verginità addossando al solo Marco Minniti la responsabilità di atti politici sostenuti da tutti quanti». Il Secolo -come si sa- non è mai tenero con Gad Lerner , del quale non sopportiamo la faziosità e l’ideologismo. Stavolta però dobbiamo onestamente riconoscere che ha colto nel segno. Chapeu per Gad, puah! per Nicola.