L’Istat scopre un popolo dei centenari. La nonna d’Italia è in Emilia: ha 113 anni
Per una volta i numeri sono dalla nostra. «Nel 1900 i centenari erano meno di 50, su una popolazione di circa 50 milioni di persone. Oggi sono 14.456, per l’84 per cento donne: questo vuol dire che in cento anni c’è stata una rivoluzione copernicana. L’aumento è avvenuto a un ritmo tale da mettere in crisi l’evoluzionismo. E questo vuol dire che tutti abbiamo una chance di diventare centenari, a patto di guadagnarcelo». A darci questa speranza di quasi immortalità è Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva (la Rete nazionale di ricerca sull’invecchiamento e la longevità attiva), e direttore del dipartimento di Scienze dell’invecchiamento della Fondazione policlinico universitario Gemelli Irccs di Roma, commentando gli ultimi dati Istat. Se la stragrande maggioranza dei centenari (e dei semi-super centenari arrivati a quota 105) è donna e oggi la persona vivente più longeva d’Italia è una signora di 113 anni residente in Emilia-Romagna, vuol dire che «i numeri ci dimostrano che il vero sesso forte è quello femminile». Una battuta, certo, quella del geriatra. Ma solo fino a un certo punto. «Perché le donne – spiega Bernabei -, anche se hanno più acciacchi, innegabilmente vivono più a lungo. Anche se ancora non sappiamo con certezza cosa si celi dietro questa sorta di super-potere femminile». I motivi di questa maggiore resistenza sono infatti tuttora ignoti, ammette Bernabei. Secondo l’esperto, comunque, «questi dati devono spingerci a guadagnarci» le 100 candeline, «facendo le scelte giuste».