Le mani della ‘ndrangheta su Malpensa. La denuncia di un imprenditore

4 Lug 2019 16:10 - di Fortunata Cerri

È il business economico intorno ai parcheggi dell’aeroporto di Malpensa il centro dell’inchiesta della Dda di Milano che ha portato a 34 misure di custodia cautelare. L’indagine, avviata nell’aprile 2017, «ha consentito di accertare che l’organizzazione era stata in grado di infiltrare gli apparati istituzionali e che, dalla seconda metà del 2016, era in corso un processo di ridefinizione degli assetti organizzativi della locale di ‘ndrangheta di Legnano – Lonate Pozzolo», dopo la scarcerazione di due esponenti apicali in contrasto tra loro. Due di questi posteggi privati, il Parking Volo Malpensa e il Malpensa Car Parking di Cardano al Campo e Ferno, in provincia di Varese, e metà delle quote della società Star Parkings srls, sono stati sequestrati su ordine del gip Alessandra Simion, che nel contempo ha firmato – per l’ipotesi di reato di associazione mafiosa finalizzata a una serie di estorsioni e violenze private e lesioni – l’ordinanza di custodia cautelare.

‘Ndrangheta e scambio di voti

C’è infatti anche un versante legato allo scambio di voti nell’inchiesta della Dda milanese. In particolare, da quanto emerge, l’associazione mafiosa riusciva a convogliare i voti dell’area varesina di Lonate Pozzolo, «cosa che hanno tentato anche nelle consultazioni elettorali del 2018, ma il loro candidato viene battuto», spiega il pm Alessandra Cerreti. Uno scambio di voto che invece nel passato avrebbe funzionato. Nell’inchiesta entra un pacchetto di circa 300 voti che fa dire agli inquirenti che alcuni incarichi a Locale Pozzolo e Ferno sarebbero state «espressione della capacità del gruppo criminale di veicolare considerevoli quantità di voti, barattandoli con la nomina di familiari e parenti a cariche politiche ed amministrative». Tra gli arrestati c’è Enzo Misiano, consigliere comunale di Fratelli d’Italia accusato dai magistrati di essere “trait d’union” tra l’ambiente politico locale ed esponenti di spicco della cosca mafiosa. Sono in corso alcune perquisizioni e risulta coinvolto nell’inchiesta «anche un altro esponente politico di livello regionale, il coordinatore regionale dei Cristiani popolari Peppino Falvo», si sottolinea in conferenza stampa. Tra i protagonisti dell’ordinanza «anche un consulente della procura di Busto Arsizio che non solo metteva a disposizione i propri servizi tecnici, ma si faceva procacciatore di una serie di informazioni di accessi non autorizzati alle banche dati», spiegano gli inquirenti.

La denuncia dell’imprenditore

Un imprenditore che non si piega e denuncia. È questa la novità dell’inchiesta della Dda milanese. Un inedito, come conferma il procuratore aggiunto di Milano Alessandra Dolci che definisce il gesto coraggioso come una «nota di speranza. Un imprenditore incredibilmente ha denunciato di essere stato vittima di pressione, gli avevano intimato di astenersi dall’investimento di un’area per un parcheggio a Malpensa o associarsi», ma invece non si è piegato e si è rivolto a carabinieri e magistratura: «A memoria mia –sottolinea la Dolci – è la prima volta».

La maxi operazione anti ‘ndrangheta dei carabinieri si è svolta in tutta Italia. I militari del Comando Provinciale di Milano, nelle province di Milano, Varese, Cosenza, Crotone, Firenze, Udine, Ancona, Aosta e Novara, hanno arrestato in tutto 32 italiani, un marocchino e una donna rumena. 27 sono finiti in carcere e 7 agli arresti domiciliari, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, danneggiamento seguito da incendio, estorsione, violenza privata, lesioni personali aggravate, minaccia, detenzione e porto abusivo di armi, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti (tutti aggravati poiché commessi avvalendosi del metodo mafioso ed al fine di agevolare le attività dell’associazione mafiosa), truffa aggravata ai danni dello Stato ed intestazione fittizia di beni, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico. L’operazione ha visto impegnati oltre 400 carabinieri sull’intero territorio nazionale, con il supporto di unità speciali, cinofile ed elicotteri. «Complimenti alle Forze dell’Ordine e agli inquirenti! Contro la ‘ndrangheta in tutta Italia, da Nord a Sud, senza se e senza ma», il commento del ministro dell’Interno Matteo Salvini.

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