Le criticità della scuola: il ministro Bussetti deve subito eliminare le disuguaglianze tra i docenti
Questa buona scuola sembra non essere poi tanto buona, soprattutto per i docenti. Si registra infatti un’ennesima quanto incomprensibile ingiustizia nei confronti di alcuni docenti cosiddetti di seconda fascia. Questi docenti sono penalizzati dalla legge di bilancio 2019 perché, pur avendo partecipato tutti alla stessa procedura concorsual ed essendo tutti stati inclusi nella stessa cosiddetta graduatoria di merito regionale, tuttavia riceveranno un trattamento peggiore e non giustificate diseguaglianze rispetto ad altri colleghi. Per questo il Coordinamento nazionale docenti abilitati chiede con forza al ministro competente Marco Bussetti che vengano eliminate le ingiustizie e le disparità di trattamento in corso.
Blocco della mobilità per cinque anni
La prima, assurda, è il blocco della mobilità e delle assegnazioni provvisorie. Che vuol dire? Che a diferenza degli altri docenti, che possono chiedere i trasferimenti, quelli Fip del 2019 lo potranno fare solo a partire dal quinto anno di permanenza nella scuola assegnata, blocco imposto solo a loro. Quindi oltre al danno di essere avviati all’anno di prova più tardi – perché le commissioni hanno tardato a formarsi o a pubblicare le relative graduatorie, o perché residenti in luoghi con classi sature – anche la beffa di subire il blocco di cinque anni. Il Coordinamento nazionale docenti abilitati scrive su Orizzontescuola che “nel momento in cui è stato pubblicato il bando la decisione della regione nella quale concorrere è stata assunta in base alle regole in quel momento vigenti (che prevedevano la possibilità di domanda di mobilità annuale e di assegnazione provvisoria annuale) e ai propri impegni di vita”. Inoltre, “tenendo conto che coloro che partecipano al transitorio hanno un’età media vicina ai 50 anni, ciò significa che hanno famiglia e in più genitori anziani”. È facile capire le difficoltà cui si va incontro: molti docenti, se costretti a stare lontano dal luogo di residenza e dalle famiglie per tanti anni, sarebbero costretti a rinunciare al ruolo e forse anche alla scuola. Infatti, se il professore viene mandato magari a centinaia di chilometri di distanza e bisogno starci un minimo di 5 anni, allora si deve cambiare mestiere, perché è impossible conciliare viaggi, affitto, famiglia in questo modo. devi cambiare mestiere.La norma avrebbe forse potuto avere un senso se ai neolaureati, quindi con un’età media di 25 anni, che ragionevolmente possono scegliere la regione dove lavorare e possono permettersi di spendere alcuni anni fuori. Ma non a cinquantenni ai quali si cambiano le regole in corsa, che hanno deciso la regione del concorso quando erano vigenti le vecchie regole che prevedevano possibilità di richiesta di mobilita annuale e di assegnazione provvisoria annuale.