La Sirenetta diventa afro-americana: è rivolta sui social contro la Disney (video)
La Sirenetta è la classica fiaba nordica, che più nordeuropea non si può. L’ispirazione, come per tutte le fiabe di Hans Christian Andersen, nasce dal foklore danese e scandinavo. La Sirenetta è anche, dal 1913, il simbolo di Copenhagen, un simbolo, per la verità, tormentato e più volte aggredito. Nel 1964, le tagliarono la testa alcuni spostati, cioè un gruppo di anarchici situazionisti danesi. Da allora, a dare il benvenuto a chi arriva nella capitale danese c’è una copia della famosa statua. Ma neanche questo è andato bene ai fanatici estremisti scandinavi: due anni fa, la Sirenetta è stata deturpata da una gettata di vernice rossa. Un gesto di protesta contro la caccia alle balene.
La scelta ideologica della Disney
Insomma, per la romantica Ariel (il nome della Sirenetta) la vita non è mai stata semplice. E purtroppo continua a non esserlo. Adesso ci si è messa anche la Disney, che tra qualche mese inizierà le riprese di un remake del celebre cartone animato del 1989. Questa volta sarà un live action (non cartoni animati, ma attori in carne e ossa). Ariel sarà quindi interpetata da un’attrice. La scelta della casa di produzione cinematografica è caduta su Halle Bailey, una brava e bella ragazza afromericana. Addio quindi ai lussureggianti capelli rossi e ai dolci occhi azzurri della Ariel originaria. La Sirenetta di colore avrà occhi e capelli neri. Non è un dettaglio di poco conto perché ciò significa spostare altrove origini e simbologia della Sirenetta. La Disney dice che la scelta è caduta sulla Bailey per la voce bellissima, caldissima e melodiosa di questa. Ma chi conosce l’impronta politicamente corretta impressa alla casa di produzione ai tempi del film Pochaontas (1995) e fino ad oggi ribadita pensa che dietro questa scelta ci sia altro. E cioè l’ennesimo tentativo di riscrivere l’immaginario del pubblico occidentale in funzione anti-identitaria e terzomondista partendo proprio dal pubblico dei pià giovani.
La rivolta sui social: guai a toccare i sogni dell’infanzia
Questa volta però l’operazione-manipolazione non pare destinata a filare liscia. Nel pubblico è talmente forte e talmente radicata l’icona di Ariel dai capelli rossi e dagli occhi azzurri che è scoppiata una vera rivolta sui social alla notizia che la nuova Sirenetta sarebbe stata di colore. È stata presentata una petizione che ha già raccolto tremila firme. Non è questione di razzismo ma di fedeltà all’ispirazione originaria e di avversione a ogni abuso ideologico. Giù le mani dai sogni collettivi vissuti nell’infanzia e rivissuti nell’età adulta.
Vogliono ancora farsi perdonare le simpatie naziste di Walt Disney?
Riesce solo da chiedersi perché la Disney conosca da tempo questa insopportabile deriva ideologica. I motivi sono tanti e tra questi non è certo estraneo l’orientamento politicamente corretto dei centri mondiali della produzione culturale. E c’è anche da considerare che da qualche tempo, nel mondo del cinema americano, ogni occasione è buona per fare un dispetto al “razzista” Trump. Ma forse,nel caso della Disney, c’è un motivo in più e ha a che fare con le simpatie naziste a suo tempe espresso dal grande fondatore Walt. Dopo 80 anni potrebbe trattarsi di nemesi auto-inflitta o di una pena del contrappasso che non si può aggirare.