Inchiesta Russia, sgarbo di Conte a Salvini: riferirà in Senato. E la sinistra esulta

17 Lug 2019 13:14 - di Bianca Conte
Conte

Mentre i pm di Milano, titolari dell’inchiesta sui presunti fondi russi destinati alla Lega, stanno valutando la posizione di Gianluca Meranda e Francesco Vannucci – i due uomini che hanno “confessato” di essere presenti lo scorso 18 ottobre all’Hotel Metropol di Mosca dove sarebbe avvenuto l’incontro da cui parte l’indagine per corruzione internazionale – il premier Conte prova a mettere a tacere rumors e polemisti annunciando che il prossimo mercoledì (24luglio ndr), riferirà in Senato sulla vexata quaestio. 

Inchiesta Russia, Conte riferirà in Senato

Dunque, è in agenda per il prossimo merocledì l’appuntamento fissato da Conte con l’Aula di Palazzo Madama. Il presidente del Consiglio riferirà al Senato sul caso dei fondi russi alla Lega, per circa un’ora, dalle 16,30 alle 17.30. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo che si è riunita nella sede istituzionale e del cui esito hanno dato conto il presidente dei senatori Pd, Andrea Marcucci e del gruppo Mistro Loredana De Petris. «Conte ha dato la propria disponibilità a venire in aula mercoledì 24 luglio dalle 16.30 alle 17.30. Non sappiamo ancora se sarà un’informativa a o una comunicazione del governo, questo verrà stabilito tra la presidenza del Senato e il presidente del Consiglio. A noi – ha concluso Marcucci – fa piacere che gli italiani ora possano capire esattamente cosa sta succedendo e cosa è successo». «Tra qualche ora – ha quindi aggiunto la presidente del gruppo Misto Loredana De Petris – sapremo quale formula verrà adottata per l’intervento di Conte in aula. Ringraziamo ovviamente il presidente del Consiglio per la sua disponibilità, ma questa scelta rimarca ancora di più il fatto che il ministro dell’Interno, che è il diretto interessato, non sarà in aula venendo meno a un suo dovere istituzionale».

La sinistra in subbuglio ringrazia Conte e punta l’indice

Già, perché mentre tutti parlano e dissentono, accusano e polemizzano, il titolare del Viminale e leader del Carroccio, Matteo Salvini, continua a tenere una posizione defilata, ribadendo solo ed esclusivamente dal primo istante in cui la vicenda è esplosa in tutto il suo potenziale di imputazioni e recriminazioni, che lui da Mosca non ha mai ricevuto un rublo. E mentre il ministro tiene ferma la sua posizione di basso profilo, limitandosi ad aggiungere «Non riferisco in Aula sulle fantasie», «la sinistra insorge, parlamenta e punta l’indice: in testa a tutti, naturalmente, il segretario del Pd, Nicola Zingaretti che, dopo aver ringraziato «il presidente Fico che, non avendo ricevuto risposta dal governo, stamattina ha reiterato la richiesta affinché il ministro Salvini venga alla Camera a riferire su questo punto così delicato», ovvero il caso Russia, al termine di un incontro a Montecitorio con il presidente della Camera, Roberto Fico, il leader dem aggiunge pure: «Attendiamo la risposta del governo, dando giudizio positivo sulla iniziativa si stamane del presidente Fico. Spero che questa vicenda sui presunti finanziamenti russi alla Lega si possa chiudere presto con un chiarimento». Serve chiarezza sui “tanti punti delicati” del caso».

Civati insiste più di altri: gravissimo: urge chiarimento

Tra quelli più sollecitati a intervenire da sinistra, Pippo Civati, fondatore di Possibile, riguardo al caso che ha coinvolto la Lega, insiste a dire: «Un caso gravissimo non può essere trattato con toni canzonatori, per non dire di peggio, da un ministro dell’Interno. Matteo Salvini è tenuto a chiarire, se ci riesce, i rapporti tra la Russia e la Lega. Peraltro, da quanto apprendo, il 17 ottobre lui era a Mosca: non c’entrano mediatori leghisti, che pure giravano in rappresentanza della Lega e di Salvini. In questo caso si parla del ministro dell’Interno in persona. Deve spiegare cosa ha fatto». Quindi, l’affondo finale:  «Da troppi giorni – conclude Civati – la questione va avanti e bisogna chiarirla… non si può consentire di superare anche questo limite».

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