In Europa gli ultimi saranno i primi. Così vincono i perdenti alle elezioni in Patria
Da Fabrizio Bertot riceviamo e volentieri pubblichiamo
«Gli ultimi saranno i primi» più che nella sacra Bibbia dovrebbe esser scritto sulle porte delle Istituzioni dell’Unione Europea. A Bruxelles e nel suo “villaggio vacanze” in quel di Strasburgo se ne è avuta la prova, dapprima con l’elezione a Presidente del Parlamento di David Sassoli, a seguire con le presidenze delle commissioni parlamentari ed a concludere, per ora, con l’elezione alla guida della Commissione Europea di Ursula Von der Leyen. Il PD italiano nelle mani di un debolissimo Zingaretti, si aggiudica quindi Sassoli oltre alla presidenza della commissione affari economici e monetari con Roberto Gualtieri e la vicepresidenza della commissione industria, ricerca e energia con Patrizia Toia.
Macron fischiato a casa sua
La Merkel prossima al pensionamento occupa il vertice europeo con la Von der Leyen, ministro della difesa di un governo in crisi di consensi. Ma la Cancelliera tedesca potrà anche contare su tre presidenze di commissione parlamentari (esteri – bilancio – agricoltura) e due vicepresidenze (bilanci – trasporti) assegnate al suo partito.
Emmanuel Macron, fischiato alla parata del 14 luglio e surclassato nei sondaggi dalla sovranista Marine Le Pen, piazzerà alla guida della BCE Christine Lagarde, colei che ebbe a sostituire il dimissionario Strauss-Khan al Fondo Monetario Internazionale, travolto da uno scandalo sessuale, combinato ad arte, per favorire l’ascesa all’Eliseo proprio del giovane rampollo francese. Dentro il Parlamento il giovane vecchio Macron ha già comunque piazzato due presidenti di commissione (ambiente, sanità pubblica e alimentare – sicurezza e difesa) e quattro vicepresidenti (sviluppo – commercio internazionale – problemi economici e monetari – mercato interno).
Poltrone e cuore…
E a fronte di “ultimi che saranno i primi” in Europa vale pure la versione “complementare” sui primi che diventano ultimi. Salvini, che ha visto la sua Lega schizzare oltre al 32 percento, a Bruxelles non ottiene nulla per ora e dopo il voto contrario alla protetta della Merkel sulla Commissione rischia pure di non poter indicare il prossimo Commissario italiano.
E i grillini? Di Maio dopo aver dimezzato i consensi non poteva non essere accolto nel club dei perdenti. Al grillino Marco Castaldo viene infatti assegnata la vicepresidenza del Parlamento: è la prima volta che un parlamentare dei “non iscritti” l’equivalente del gruppo misto al parlamento italiano, entra nell’ufficio di presidenza europeo. E ci entra ai danni di una europarlamentare polacca dell’Aecr il gruppo del quale fa parte FdI escluso così dall’alto ufficio dopo una votazione insolita e frettolosa presieduta da un Sassoli che non concede tempo all’aula per riflettere.
Due settimane dopo i parlamentari grillini sono però determinanti per l’elezione della “immigrazionista” Von der Leyen alla guida della Commissione inserendosi così nel dibattito “giallo verde” su chi andrà ad occupare il posto di Commissario italiano nell’alto organo di governo europeo.
Lo scenario è chiaro: Di Maio e Zingaretti occupano poltrone nell’Unione Europea mondialista, Salvini e Meloni occupano il cuore degli italiani difendendone i confini, ma in Europa vince chi perde …