“Affaire-rubli”: il terzo italiano presente alla riunione a Mosca sarà ascoltato dagli inquirenti

18 Lug 2019 12:50 - di Redazione

Continua l’ossessione della sinistra per i pretesi fondi russi alla Lega. Repubblica non molla. Potrebbero essere quattro e non tre, come finora ipotizzato sulla base dei colloqui pubblicati da Buzzfeed, gli italiani che hanno partecipato all’incontro che si è svolto all’hotel Metropol di Mosca il 18 ottobre 2018, in cui si sarebbe discusso di finanziamenti russi alla Lega. Così come potrebbe esserci un quarto componente della delegazione russa. È l’ipotesi rilanciata dal quotidiano La Repubblica che ricostruisce – ci sembra in maniera un po’ cervellotica – la vicenda. “E se ci fosse stato un quarto uomo italiano al tavolo dell’incontro all’hotel Metropol di Mosca il 18 ottobre dell’anno scorso? Sono almeno due le fonti che sostengono che la trascrizione dell’audio del colloquio pubblicata da Buzzfeed sarebbe incompleta”, riferisce il quotidiano. In base a quanto riportato dalla testata statunitense nello storico albergo moscovita sarebbero stati presenti tre italiani e tre russi. “Data per certa la presenza di Gianluca Savoini, presidente dell’ Associazione Lombardia-Russia, a lungo portavoce dell’ attuale vicepremier Matteo Salvini e considerato suo “sherpa” nelle relazioni con la Federazione – restavano da identificare i due italiani nominati come Luca e Francesco. Con una email a Repubblica del 12 luglio – ricorda il quotidiano – Gianluca Meranda si è fatto avanti sostenendo di essere l’ uomo indicato come il banchiere Luca”, mentre “martedì scorso si è palesato Francesco Vannucci spiegando di aver partecipato all’incontro in qualità di consulente esperto bancario che da anni collabora con l’ avvocato Gianluca Meranda”. Sempre in base alla ricostruzione di Repubblica “a un certo punto Savoini si rivolge a uno degli interlocutori moscoviti dicendo: “Talvolta è meglio che Luca possa tradurre per Francesco”. Ora, è vero che l’avvocato Meranda sostiene di essere il Luca nominato nella trascrizione, ma due diverse fonti sostengono che al tavolo del Metropol gli italiani fossero in quattro. Potrebbe trattarsi di un altro Luca il cui numero di cellulare risulta di colpo momentaneamente sospeso e che ha cancellato la sua storia più recente sui social. Sarà lo stesso quarto uomo a farsi avanti per dissipare i dubbi intorno alla sua persona?”.

Non è molto chiaro, comunque l’avvocato Gianluca Meranda, presente quindi per sua ammissione alla riunione al Metropol di Mosca, sarà ascoltato oggi dagli inquirenti dell’inchiesta sui fondi russi alla Lega. L’avvocato Meranda risulta indagato, così come Gianluca Savoini, per corruzione internazionale e ieri la Guardia di finanza ha eseguito nei suoi confronti delle perquisizioni a Roma. Meranda nei giorni scorsi si è fatto avanti svelando “di aver conosciuto Gianluca Savoini e di averne apprezzato l’assoluto disinteresse personale nei pochi incontri avuti in relazione alle trattative. I restanti interlocutori all’incontro del 18 ottobre sono professionisti che a vario titolo si occupano di questa materia. (…). Nonostante gli sforzi delle parti, la compravendita (di petrolio, ndr) non si perfezionò”. Assistito dal difensore Ersi Bozheku può decidere di rispondere oppure di tacere di fronte alle domande dei titolari dell’inchiesta milanese, il procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e i pm Sergio Spadaro e Gaetano Ruta. “Non desidero rilasciare dichiarazioni per il momento”. In modo secco, ma cortese, l’avvocato Gianluca Meranda commenta all’Adnkronos l’ipotesi giornalistica che ci fosse un quarto italiano al tavolo dell’hotel Metropol di Mosca dove è avvenuto l’incontro al centro dell’inchiesta della procura di Milano su presunti fondi russi alla Lega.

(Foto: Ria.ru)

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