Il Pd Esposito invoca i forconi contro la sindaca. Zingaretti si scusi con la Raggi

8 Lug 2019 12:35 - di Il Cavaliere Nero

Difficile sostenere che questo giornale sia tenero con la Raggi. Ma arrivare a invocare i forconi contro la sindaca di Roma per la drammatica gestione dei rifiuti è davvero grave. Che poi a farlo sia un esponente del Pd di Zingaretti è ancora peggio. E che ancora il tizio in questione sia un ex senatore ed ex assessore di Marino come Stefano Esposito non si può sentire. Eppure succede.

L’invocazione della violenza

L’uscita dalle istituzioni a volte fa male e in questo caso malissimo. Inserirsi in un dibattuto complicato come quello sull’immondizia di Roma e invocare violenza su twitter (“i romani dovrebbero prenderti con i forconi“) dovrebbe essere censurato proprio da Zingaretti. I rifiuti nella Capitale sembrano dare alla testa in una partita propagandistica tra i responsabili di Comune e Regione. La presa di posizione di Esposito – da Torino – è qualcosa che dovrebbe portare il suo partito a scusarsi.
Il che non vuol dire che si debbano fare applausi alla Raggi, che sta facendo un casino incredibile ed è pure mollata dal suo movimento, tranne rare eccezioni. Ma bisogna fare attenzione alle parole, perché la situazione è già incandescente di suo e non certo semplicemente per il caldo. Esposito, che fu appunto assessore di Marino sindaco di Roma, non ha mai chiesto di usare i forconi contro Zingaretti quando la loro giunta comunale muoveva le stesse accuse alla regione che oggi lancia il Campidoglio.

Responsabilità da comune e regione

In realtà entrambi i contendenti hanno responsabilità pesanti. Il ritardo inaccettabile del piano rifiuti regionale da parte del governatore, troppo impegnato a fare il segretario del partito. L’assenza di qualunque indicazione da parte della Raggi su una discarica di servizio nella Capitale fa il resto. Insieme, entrambi, rifiutano ogni idea di termovalorizzazione e questo aggrava la situazione della città.
Se poi arriva Esposito a invocare i forconi non si fa altro che acuire la tensione. E il cittadino si chiede perché deve pagare le tasse.

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