Emanuela Orlandi, iniziati gli esami dei resti delle ossa trovate del Pontificio Collegio Teutonico

20 Lug 2019 11:58 - di Redazione

L’avvocato della famiglia Orlandi, Laura Sgrò, e il genetista Giorgio Portera, sono entrati questa mattina all’interno del cimitero Teutonico del Vaticano dove sono stati avviati gli esami e la repertazione dei materiali ossei contenuti nei due ossari individuati sotto la pavimentazione di un’aerea all’interno del Pontificio Collegio Teutonico. Il portavoce del Vaticano Alessandro Gisotti ha fatto sapere che i resti, nell’ambito della vicenda di Emanuela Orlandi, vengono esaminati “in loco” alla presenza del perito di fiducia della famiglia Orlandi. “Alle 9 di stamani – spiega Gisotti in una nota – sono iniziate regolarmente le operazioni al Campo Santo Teutonico nell’ambito delle incombenze istruttorie del caso Orlandi. Come indicato nel decreto del Promotore di Giustizia dello Stato della Città del Vaticano, le operazioni riguardano due ossari individuati in un’area attigua alle tombe della Principessa Sophie von Hohenlohe e della Principessa Carlotta Federica di Mecklenburgo”.

I resti potrebbero appartenere alle due principesse

«I resti – spiega Gisotti – vengono analizzati e studiati in loco già in queste ore dal prof. Giovanni Arcudi e dal suo staff – alla presenza del perito di fiducia nominato dalla Famiglia Orlandi – secondo protocolli riconosciuti a livello internazionale. Non è possibile prevedere, al momento, i tempi di durata per concludere tali operazionial fine di completare l’analisi morfologica dei resti ritrovati negli ossari». «Con questa nuova attività peritale – dopo le operazioni dell’11 luglio scorso – si evidenzia ancora una volta la disponibilità della Santa Sede verso la Famiglia Orlandi. Disponibilità dimostrata – ribadisce Gisotti – fin dall’inizio, nell’accogliere la richiesta di verifiche nel Campo Santo Teutonico pur sulla base di una mera segnalazione anonima».

La protesta degli amici di Pietro Orlandi

«Noi vogliamo il dossier, chiediamo verità e giustizia. Se oggi non si troverà nulla nel cimitero noi continueremo. Emanuela Orlandi è diventata il simbolo di tutti gli scomparsi. Pietro (il fratello della 15enne cittadina vaticana scomparsa in circostanze mai chiarite il 22 giugno 1983) da luce a chi vive nella disperazione». Così Sandro Masetti, Renata Grattoni e Cinzia Di Florio, tre amici di Pietro Orlandi e attivisti della pagina Facebook “petizione.emanuela@libero.it” arrivati in piazza del Sant’Uffizio per sostenere la ricerca della verità e assistere, seppur dall’esterno, all’apertura dei due ossari nel cimitero Teutonico. «Sono 36 anni che aspettiamo la verità – ribadisce Masetti – quando il Vaticano vede questa maglietta sulla quale è ritratta Emanuela, se deve senti’ male».

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