Dl crescita, Butti (FdI): il divieto di spot legati alle scommesse è un danno per le società sportive
”Dal 14 luglio le società sportive non possono più offrire spazi pubblicitari ad aziende di scommesse sportive perché il decreto Crescita vieta qualsiasi forma di pubblicità di giochi o scommesse. Secondo i dati diffusi da Sporteconomy, gli effetti della legge comportano un taglio di 35 milioni di euro per la sola Serie A di calcio e almeno altrettanti se si considerano le altre discipline sportive”. Lo dichiara Alessio Butti, deputato e responsabile Tlc di Fratelli d’Italia, annunciando una interrogazione al governo. “Inoltre -aggiunge- il Servizio Bilancio del Senato ha quantificato in circa 550 milioni di euro la perdita prevista di gettito derivante dai giochi nel triennio 2019/2021 e secondo le stime del MEF, riprese da AgiPronews, si conferma che a regime, negli anni 2020/2021 il minor gettito sarà stabile a 150 milioni di euro. In considerazione della criticità economica del Paese, Fratelli d’Italia ritiene opportuno consentire una proroga per un’altra stagione sportiva (fino al 31 maggio 2020) così da consentire ai club di calcio, alle altre leghe e alle società sportive delle altre discipline, di poter introitare nuovamente ricavi utili per i progetti sportivi”. E ciò “anche attraverso la sottoscrizione di contratti di sponsorship con il mondo del betting e attraverso una diversa regolamentazione delle scommesse sportive, magari veicolando parte di questi maggiori importi alle infrastrutture, ai giovani, alla formazione, alla lotta alle scommesse clandestine e alla ludopatia. Chiediamo infine al governo -concludecome pensa di indennizzare il sistema sport e il sistema televisivo-media da una perdita stimata rispettivamente in 70 e 100-150 milioni di euro”.