Conte sceglie “Repubblica” per bastonare e ricattare Salvini su Europa e manovra

18 Lug 2019 10:30 - di Andrea Giorni

Giuseppe Conte ricatta la Lega, la bastona, si tiene stretti i Cinquestelle e lascia prefigurare novità di governo. Lo fa con una lettera a Repubblica che non mancherà di fare rumore negli ambienti politici.
Come è ovvio in questi casi, anzitutto la conclusione: “Se questa esperienza di governo dovesse interrompersi in via anticipata, non mi presterò, tuttavia, a operazioni opache o ambigue. Assicuro che il percorso si realizzerà  in modo lineare e trasparente, nelle sedi appropriate, per rispetto del Parlamento e dei cittadini”. Tradotto, cercherà una maggioranza parlamentare alternativa se quella attuale dovesse franare.

Commissario leghista? Se lo possono scordare

Poi, Europa ed economia. Sul voto del Parlamento Europeo pro Von der Leyen, scrive: “Ho invitato i parlamentari europei delle forze politiche che sostengono la maggioranza interna ad appoggiare questa candidatura”.
Con una faccia tosta incredibile: “Il discorso programmatico della neo-Presidente ha confermato molte delle priorità  che stanno a cuore al nostro Paese, in tema di politiche sociali, di misure per l’occupazione e per la tutela dell’ambiente, di contrasto al traffico illegale di migranti”. Aria fritta.
E qui la botta alla Lega, e su Repubblica…”Come è noto gli Europarlamentari eletti con la Lega, a differenza di quelli del MoVimento 5 Stelle, hanno espresso voto contrario. Non sono in condizione di prefigurare se questa contrarietà  avrà ripercussioni sulle trattative”. Ovvero scordatevi il commissario in Europa dalle vostre file.

Sulla manovra economica non decide Salvini

Il secondo schiaffone a Salvini, Conte lo rifila – e sempre dalle colonne di Repubblica – sul recente incontro del leader leghista con le parti sociali. “Ho già  chiarito che ogni iniziativa compiuta da una singola forza politica, perseguita separatamente, è pienamente legittima (ma no?), ma non può sostituirsi al pieno contraddittorio tra tutte le parti politiche e sociali, alla presenza dell’intero Governo, come impongono le regole di correttezza istituzionale”. Continua ad accusare Salvini di scorrettezza
“La legge di bilancio – insiste il premier – è l’espressione massima dell’indirizzo politico della maggioranza, e – più di ogni altra – richiede piena condivisione e coordinamento dal Vertice”. Una iniziativa perseguita senza un principio di coordinamento rischia di complicare – non già di agevolare – il processo decisionale e – conclude – la più completa formazione ed espressione della politica generale di governo, con il risultato di compromettere l’efficacia della nostra azione”. Il vicepremier, insomma, è una specie di sabotatore.

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