Confronto governo-sindacati, l’Ugl: «Occorre un nuovo patto per il lavoro»

9 Lug 2019 12:55 - di Redazione

All’incontro di Palazzo Chigi con i sindacati con Ugl, Cisal, Confsal – che segue quello della scorsa settimana tra il premier e i segretari delle sigle confederali, Cgil, Cisl e Uil – il vicepremier Luigi Di Maio è arrivato quando il confronto nella Sala Verde era già iniziato e  proprio mentre il premier Conte era impegnato ad illustrare i primi dati relativi ai microappalti gestiti dai Comuni. «La misura adottata da questo governo si è rivelata una strada che sta dando buoni frutti e che possiamo incrementare», aveva esordito il presidente del Consiglio prima di demandare al «decreto crescita e al decreto sblocca cantieri» la missione di dare «ulteriore impulso alla crescita e al rilancio delle attività produttive».

Il premier Conte ha incontrato i sindacati autonomi

Ma più che di un futuro tutto da inventare ai sindacati premeva affrontare soprattutto il presente delle tante, troppe, crisi finora affrontate senza successo dai vari tavoli organizzati da Di Maio nella sua doppia qualità di ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro. È una crisi che colpisce soprattutto il Sud, come confermano i casi di Whirlpool, Jabil e soprattutto dell’Ilva di Taranto, dove i proprietari Arcelor-Mittal hanno subordinato la loro permanenza alla guida del colosso della siderurgia italiana alla permanenza della cosiddetta immunità in tema di bonifiche ambientali, prevista dagli accordi dello scorso anno ma che ora proprio Di Maio vorrebbe modificare se non cancellare del tutto. Chi vede il bicchiere mezzo pieno è il leader dell’Ugl Paolo Capone, secondo cui «il governo è sulla buona strada così come dimostrato dai dati Istat sull’occupazione».

Capone: «Piano Marshall per le opere pubbliche»

Il capo del sindacato nazionale si riferisce ai dati che attestano l’aumento di posti di lavoro. Al tavolo di confronto Capone ha proposto un “patto per il lavoro” con tutte le parti sociali per rilanciare un piano per la ripresa economica del Paese. La ricetta del leader dell’Ugl  si può riassumere in questi termini: taglio del costo del lavoro per incoraggiare le assunzioni da parte delle imprese e rafforzare il potere d’acquisto dei salari; «piano Marshall» per le opere pubbliche nei Comuni, in particolare per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio scolastico e sanitario; infine, il Mezzogiorno, «fortemente danneggiato dalle politiche adottate in passato».

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