Confintesa: «Il governo ostaggio della Triplice. Alla faccia del cambiamento»

4 Lug 2019 18:30 - di Redazione

«Lega e M5S hanno vinto le elezioni nel 2018 ed è giusto che stiano al governo anche se nel loro contratto di governo promettevano ai cittadini e a loro stessi  un cambiamento radicale di tutte quelle prassi da prima e seconda repubblica che invece non c’è stato, a cominciare dal rapporto con le organizzazioni sindacali». Lo dichiara Francesco Prudenzano, segretario generale di Confintesa in merito all’incontro che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro del Lavoro Di Maio hanno avuto ieri, per parlare della prossima manovra di bilancio con i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil.  «Ancora una volta Palazzo Chigi  si piega ai dettati di Cgil, Cisl e Uil che pretendono di rappresentare in esclusiva i lavoratori italiani pur in presenza, ormai di un dimostrato calo di consensi e del fatto che in totale le tre centrali confederali, anche se rappresentano la maggioranza dei lavoratori iscritti ad un sindacato che si aggira intorno al 35% degli occupati, possono parlare per contro di un 15/17% di lavoratori effettivi».

Confintesa attacca il governo

Nonostante ciò, continua Prudenzano, «il governo del cambiamento ha ritenuto di non cambiare nulla nella pratica del dialogo con le organizzazioni sindacali trascurando tutto quel mondo dei sindacati autonomi che forse, in termini numerici è molto più rappresentativo rispetto alla triplice e risulta oltremodo frammentata anche per l’assenza di regole certe e oggettive riguardo “l’offerta di tutela di rappresentanza” in favore dei lavoratori italiani. Tutto questo in spregio non solo al tanto sbandierato cambiamento ma anche da quanto previsto dall’articolo 39 della Costituzione, ignorato per primo dalle aziende di Stato e dichiarato solo quando si parla di generica democrazia sindacale che però rimane inattuata».

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