Caso Orlandi, colpo di scena: le tombe sono vuote. «Né ossa, né sepolture. È incredibile»

11 Lug 2019 12:48 - di Martino Della Costa

Sembra quasi una maledizione: davvero non c’è risposta possibile al mistero della scomparsa di Emanuela Orlandi. L’attesa e le aspettative riposte nell’ultima iniziativa fortemente voluta e perseguita dai familiari – l’apertura di due tombe al cimitero teutonico del Vaticano – si sono infrante contro l’amaro esito: le tombe aperte sono vuote. «Non ci sono sepolture e non ci sono ossa: le due tombe sono completamente vuote, è incredibile», ha commentato a caldo l’avvocato Laura Sgrò, legale della famiglia di Emanuela Orlandi, al termine dei lavori di apertura dei due sepolcri nel cimitero Teutonico. «Le operazioni si sono concluse: una tomba è in fase di chiusura per l’altra è stato disposto l’ordine che resti aperta ancora per qualche ora. L’unica certezza – sottolinea la Sgrò lasciando la città del Vaticano con Pietro Orlandi – è che non ci sia nessun cadavere sepolto in nessuna delle due tombe. Siamo tutti quanti siamo rimasti meravigliati di questa cosa».

Caso Orlandi: le tombe sono vuote

Dunque, si chiude prima del previsto e con un nulla di fatto, l’operazione di apertura dei due sepolcri a cui si è provveduto stamattina nell’ambito della nuova inchiesta sulla scomparsa della 15enne cittadina vaticana. Le due tombe non contengono le ossa di Emanuela Orlandi e a darne notizia è lo stesso avvocato di Pietro Orlandi, il fratello della ragazzina svanita nel nulla ormai 36 anni fa. «Alle 8.15 di stamani, dopo una preghiera davanti ai due sepolcri guidata dal Rettore del Collegio Teutonico, sono iniziate regolarmente le operazioni al Campo Santo Teutonico nell’ambito delle incombenze istruttorie del caso Orlandi», ha fatto sapere il direttore “ad interim” della Sala stampa vaticana, Alessandro Gisotti a proposito delle operazioni di questa mattina in Vaticano. In base agli accordi e per concessione del Vaticano, stamattina il personale della Fabbrica di San Pietro ha lavorato per l’apertura e chiusura dei sepolcri, mentre all’acquisizione dei reperti avrebbe dovuto provvedere Giovanni Arcudi, coadiuvato dal suo staff, e alla presenza di un perito di fiducia nominato dal legale della Famiglia Orlandi. Tutti loro, però, insieme al Promotore di Giustizia del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, Gian Piero Milano, al suo aggiunto Alessandro Diddi, e al Comandante del Corpo della Gendarmeria Vaticana, Domenico Giani, sono rimasti sgomenti davanti a quel vuoto inspiegabile.

Vaticano, l’apertura di 2 tombe per evitare fraintendimenti

E proprio Gisotti, a proposito dell’appuntamento di questa mattina, nei giorni scorsi aveva spiegato il perché della decisione di aprire due tombe: «Come indicato nel decreto del Promotore di Giustizia Vaticano, le operazioni riguardano la “Tomba dell’Angelo” della Principessa Sophie von Hohenlohe e la tomba attigua della Principessa Carlotta Federica di Mecklemburgo. Sebbene nello specifico il sepolcro indicato dal legale della Famiglia Orlandi fosse, infatti, quello con l’Angelo che tiene tra le mani un libro aperto con la scritta “Requiescat in pace”, il Promotore di Giustizia – trattandosi di due tombe vicine ed entrambe con una edicola similare – al fine di evitare possibili fraintendimenti su quale potesse essere la tomba indicata, ha disposto l’apertura di entrambe». Poi, prosegue e conclude Gisotti, «per ragioni processuali e in ossequio al segreto istruttorio, non verrà resa nota l’identità dei familiari delle due principesse sepolte; ovviamente si tratta di discendenti che sono stati informati delle operazioni e che, per amore della verità, hanno garantito la loro completa disponibilità e collaborazione con la Santa Sede ed in particolare con l’Ufficio del Promotore di Giustizia».

La Santa Sede: «Vicina al dolore della famiglia»

E allora, al termine delle operazioni di apertura di due tombe nel cimitero teutonico per la vicenda Orlandi conclusosi con esito negativo, il direttore “ad interim” della Sala stampa del Vaticano Alessandro Gisotti, tiene a sottolineare che la Santa Sede, «ha sempre mostrato attenzione e vicinanza alla sofferenza della Famiglia Orlandi e in particolare alla mamma di Emanuela. Attenzione dimostrata anche in questa occasione nell’accogliere la richiesta specifica della famiglia di fare verifiche nel Campo Santo Teutonico». Verifiche culminate nell’ennesimo, inquietante, nulla di fatto…

 

 

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