Carola, la beffa finale: dopo essere stata graziata dai giudici vuole il risarcimento da Salvini

5 Lug 2019 11:53 - di Lucio Meo

Si rischia la beffa finale: una denuncia contro Salvini con richiesta di risarcimento del danno. «Come Sea Watch noi abbiamo già preparato la querela nei confronti del ministro Salvini. Non è facile raccogliere tutti gli insulti che Salvini ha fatto in queste settimane e anche le forme di istigazioni a delinquere nei confronti di Carola, cosa che è ancora più grave se fatta da un ministro dell’interno. Nel circuito di questi leoni da tastiera abituati all’insulto, è lui che muove le acque dell’odio. Una querela per diffamazione è il modo per dare un segnale. Quando le persone vengono toccate nel portafoglio capiscono che non possono insultare gratuitamente». L’avvocato Alessandro Gamberini, difensore di Carola Rackete, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” su Radio Cusano Campus, annunciando una possibile azione giudiziaria della sua assistita contro il ministro dell’Interno, forte della benevolenza della magistratura dimostrata fino a questo momento, alla luce del provveimento che ha rimesso in libertà la sua “Capitana”.

Che però, come conferma egli stesso, non è ancora del tutto al sicuro dai guai giudiziari: «Carola Rackete rimane attualmente indagata per il reato di resistenza a pubblico ufficiale e del reato previsto dall’articolo 1100 del Codice della navigazione –ha affermato Gamberini-. Io mi sono subito affrettato a dire che abbiamo vinto una battaglia, ma non la guerra. Il procedimento continua. Carola è tornata libera senza alcuna limitazione e il giudice ha sgombrato il campo dalla possibilità che quella della Guardia di finanza possa essere considerata nave da guerra. Espulsione? Quando esiste un procedimento a carico di una persona, è fisiologico che venga chiesta l’autorizzazione al magistrato, il quale deve concedere un nullaosta rispetto all’espulsione di una persona, addirittura accompagnandola alla frontiera. Per i cittadini comunitari l’espulsione deve essere accompagnata da un provvedimento che ne sottolinei i validi motivi».

Come andrà a finire? La Rackete troverà un giudice amico anche in sede civile? 

Commenti

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  • Cecconi 5 Luglio 2019

    Meo, certamente che sarà fatto in modo di trovare qualche magistrato “amico” loro e nemico dell’Italia così come accaduto ad Agrigento. Non c’è che l’imbarazzo della scelta.