Caos nel Pd siciliano, annullata l’elezione del renziano Faraone. Sale la tensione con Zingaretti

20 Lug 2019 16:04 - di Monica Pucci
renzi

Dopo le tensioni sulla mozione di sfiducia a Matteo Salvini, un nuovo caso agita i rapporti tra area “renziana” e il Nazareno: l’annullamento dell’elezione di Davide Faraone, renziano della prima ora, a segretario regionale del Pd in Sicilia. Un voto a maggioranza, nella commissione nazionale di garanzia. «Facendo riferimento allea aree congressuali – spiega Marco Di Maio, membro della commissione, all’Adnkronos – chi ha votato Giachetti e Martina, abbiamo tutti espresso parere contrario mentre la maggioranza si è espressa in modo diverso».

Intanto perché si è arrivati all’annullamento? Alla commissione di garanzia erano arrivati diversi ricorsi dalla mozione Zingaretti che, in Sicilia al congresso regionale, aveva candidato l’ex-deputata Teresa Piccione. La candidata zingarettiana, però, aveva ritirato la candidatura a pochi giorni dal voto denunciando irregolarità nelle procedure del congresso e nella presentazione delle liste. Oggi, dunque, la decisione della commissione su quei ricorsi.

Una decisione che ha fatto scattare l’area “renziana”. «La decisione di annullare l’elezione del segretario regionale del Pd siciliano Davide Faraone è di una gravità senza precedenti. Il diktat della commissione di garanzia è dettato da sole ragioni di corrente. Il segretario Zingaretti intervenga a difesa delle regole”, ha scritto il capogruppo Pd in Senato, Andrea Marcucci, su Twitter. Un post subito rilanciato da Matteo Renzi. «La scelta di annullare l’elezione di Faraone, che era anche l’unico candidato alla segreteria, si commenta da sola. Vista l’anomalia di un unico grado di giudizio, l’unico posto in cui può essere contestata è un tribunale. Ma è significativo che ogni tentativo di mediazione, per rimediare a una mancanza di rappresentanza di una parte del Pd sia stato respinto», dice un altro renziano di ferro, Fausto Raciti, deputato dem ed ex segretario del Pd siciliano.

Ora per la Sicilia potrebbe aprirsi la strada del commissariamento. La proposta dovrà essere avanzata dal segretario Zingaretti e quindi votata dalla Direzione nazionale. Una riunione dell’organismo ci sarà venerdì prossimo come annunciato oggi dal segretario dem. Intanto Faraone ha annunciato la sua sospensione dal partito. «Rimango iscritto al gruppo parlamentare del Pd, continuerò la battaglia per la mia gente e contro questo governo e contro ogni inciucio coi Cinque Stelle», annuncia, in un post su Facebook. «Mentre eravamo alla commemorazione di Paolo Borsellino è arrivata la notizia che il ‘nuovo Pd’ commissariava il Pd siciliano per presunti vizi di forma. L’Italia brucia per colpa di Salvini e Di Maio, il nuovo Pd si occupa di statuto e di regolare i conti con ‘quelli di prima», aggiunge Faraone. «In punta di diritto è una follia – prosegue – la Commissione di garanzia aveva già giudicato ricorsi sul congresso regionale. Con questa decisione il nuovo Pd cancella il principio giuridico del ‘Ne bis in idem’ e per la prima volta le correnti si prendono anche le istituzioni di garanzia. Hanno perso politicamente, la buttano sui ricorsi: avranno tutte le carte bollate che meritano».

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