Bibbiano e non solo. Ronzulli: “Riformare l’affido, altro che le squadre speciali”
“L’inchiesta su Bibbiano dimostra che le norme che regolano gli affidi sono inefficienti e opache: decine di bambini sono stati sottratti alle famiglie senza ragione, alcuni di loro sono stati affidati a persone che ne hanno abusato o che, cinicamente, volevano farci la “cresta”. Di fronte a tutto questo orrore il ministro della Giustizia che fa? Invece di cambiare la legge “normale”, istituisce una presunta “squadra speciale”…”.
Licia Ronzulli, presidente della Commissione bicamerale per l’Infanzia, giudica la risposta del governo “tardiva e insufficiente”. La senatrice di Forza Italia ha depositato per prima, all’indomani di “Angeli e demoni” una proposta di legge per la riforma del settore, che costa alla collettività circa 4,5 miliardi l’anno.
“Quei bambini allontanati dalle famiglie indigenti…”
Come è potuto accadere che si strappassero bambini alle loro famiglie naturali senza ragione? Cosa non ha funzionato, senatrice?
“Quasi tutto. Le norme sono inefficaci, alcune risalgono addirittura agli anni Cinquanta. Le famiglie non hanno la possibilità di difendersi, le videoregistrazioni non sono obbligatorie, dunque è sempre possibile che i piccoli siano manipolati. Capita poi che bambini vengano allontanati dai genitori perché questi vivono in una situazione di indigenza, nonostante la legge lo vieti”
Prima di Bibbiano, però, non ne parlava nessuno.
“Questo non è vero. Non si erano mossi Laura Pausini o Nek o i due vicepremier, che oggi hanno la necessità di spostare il dibattito dalle loro risse quotidiane. Ma questa situazione era purtroppo nota a chi lavora nel settore e dunque alla Commissione per l’infanzia e per l’adolescenza che ho l’onore di guidare”.
Troppi casi in tutta Italia
Sono casi simili a quelli di Bibbiano, con i piccoli allontanati senza che vi fossero ragioni sufficienti?
“Abbiamo segnalato il caso della bimba di 9 anni che a dicembre, a Vittorio Veneto, è stata sottratta alla famiglia affidataria, con la quale viveva da 7 anni, per essere indirizzata ad una nuova struttura. Ricordo il piccolo Marco che, a Verona, si è visto negare l’affidamento ai nonni materni per essere rinchiuso in una comunità. Poi c’è la terribile vicenda del Forteto, sul quale il Parlamento ha istituito una Commissione di inchiesta”.
Oggi tutti parlano di affidi, i Cinquestelle chiamano il Pd il “Partito di Bibbiano”. Ci sono delle responsabilità, a suo avviso?
“Sono certa che la magistratura valuterà le posizioni con la dovuta severità, tenendo conto delle conseguenze drammatiche che avranno queste decisioni sbagliate di amministratori e tecnici dei servizi sociali sui genitori ai quali è stato rubato un figlio e sui bambini, allontanati senza ragione dai genitori. Le responsabilità sono individuali e le accuse gravissime. Queste vittime non devono però subire un altro torto, quello di vedere il loro dramma piegato ad una piccola polemica politica tra partiti”.
La proposta di legge di Forza Italia
Vede molta strumentalità nelle dichiarazioni di questi giorni?
“Vedo un po’ di cinismo e miopia. Vanno lì coi microfoni, fanno i video su Facebook, ma si dimenticano di quale sia il loro compito: scrivere buone norme. Il Guardasigilli di fronte a questo problema non ha presentato una proposta di riforma, ma ha annunciato una “task force” di magistrati: che potranno fare? Bisogna approvare nuove leggi che scongiurino nuovi casi di “bambini rubati” e fermino il business: noi di Forza Italia abbiamo depositato una proposta al Senato, la mettiamo a disposizione della maggioranza. Si può approvare in poche settimane: la sto consegnando personalmente a segretari di partito e ai ministri competenti”.
Quali sono le modifiche al codice che risultano necessarie e avete proposto?
“Serve innanzitutto trasparenza: il settore muove quasi 4,5 miliardi l’anno, impegna quasi 12 milioni di euro al giorno, ma non esiste nemmeno il numero o un registro dei bambini dati in affido. Dovrebbero essere circa 50 mila, ma non esistono numeri certi: bisogna pretenderli. Poi bisogna scegliere criteri univoci: le rette per le case famiglia variano da 70 a 400 euro al giorno. Le famiglie affidatarie ottengono da 400 a 700 euro al mese: a Bibbiano queste cifre erano quasi il doppio. Un piccolo allontanato dai genitori può costare fino a 73 mila euro all’anno in presenza di bambini portati via da casa per ragioni economiche. Infine bisogna impedire definitivamente che i magistrati che si occupano di minori abbiano rapporti economici con le case famiglia: è successo ancora, purtroppo”.