Autonomie, i paletti di Marsilio: “La riforma va bene se non danneggia altre regioni”

21 Lug 2019 10:58 - di Redazione

Più coinvolgimento, massima attenzione alla perequazione dei fondi,  nessun danno collaterale alle regioni meno forti. Sono questi i “paletti” che il governatore dell’Abruzzo, Marco Marsilio, esponente di Fratelli d’Italia, pianta nel dibattito sulla riforma delle autonomie in discussione, con accenti molto polemici, tra i governatori del nord e il governo giallo-verde.
Secondo Marsilio, il processo che porta più autonomia alle regioni “deve necessariamente coinvolgere tutti i soggetti istituzionali”, dice il governatore dell’Abruzzo in un’intervista al Corriere della Sera.  Secondo Marsilio, “se si punta a un dimagrimento delle funzioni dello Stato, ma questo non può avvenire a vantaggio di alcuni e a danno di altri”. Nessun pregiudizio, garantisce Marsilio: “Se l’autonomia di alcune regioni si fa in danno di altre allora non sono d’accordo… Ma è già tutto scritto nella Costituzione e nella legge 42 del ’99 sul federalismo fiscale… I paletti ci sono, basta rispettarli, nel solco del principio solidaristico e dell’unità nazionale”.
Marsilio, poi, concorda con il mantenimento della funzione statale per l’assunzione dei professori. Qualche mese fa al Sole 24Ore, Marsilio aveva espresso concetti simili: “A me sta bene se le regioni virtuose possano fare di più e meglio utilizzando le risorse a loro disposizione a patto che queste risorse non vengano sottratte ad altre regioni. Lo ripeto le risorse di cui oggi dispone ciascuna Regione devono essere le stesse anche domani, a prescindere se è stata richiesta o meno una maggiore autonomia su alcune specifiche materie”.

Commenti

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  • Gian 22 Luglio 2019

    “Secondo Marsilio, il processo che porta più autonomia alle regioni “deve necessariamente coinvolgere tutti i soggetti istituzionali”, dice il governatore dell’Abruzzo in un’intervista al Corriere della Sera.”

    Sono affezionato lettore e mi domando come sia possibile che per fare il giornalista sia neccessario essere illetterati.
    Rimandate a scuola l’asino (o asina) incapace di scrivere correttamente in italiano.