Autonomie, fumata grigia anche dal vertice tra Conte, Stefani e Bonisoli sulla cultura
Non è stato sbrogliato il nodo beni culturali nel vertice a Palazzo Chigi tra il premier Giuseppe Conte e i due ministri Alberto Bonisoli e Erika Stefani. Iniziata con oltre un’ora di ritardo, la riunione è durata poco più di mezz’ora. «C’è ancora qualcosina», ha risposto il ministro ai Beni culturali ai cronisti che gli chiedevano se fossero stati risolti i nodi sulle soprintendenze sul tavolo. «Conte è bravissimo, ma c’è ancora da fare». Alla domanda come avesse trovato il premier dopo la giornata di ieri, il ministro in quota M5S ha risposto: «Come sempre, sempre sul pezzo».
Ottimismo, invece, dal ministro per il Sud Barbara Lezzi: «Chiudete sull’autonomia entro l’estate? Me lo auguro, perché è nel contratto di governo. La cosa importante poi è farla bene: chi non vuole farla bene significa che non vuole farla», ha detto il ministro per il Sud Barbara Lezzi a margine di una riunione tenuta a Palazzo Chigi con la Conferenza delle Regioni. «Sul fondo di perequazione non vedo problemi o distanze – conclude – Ho visto che anche la Lega è tornata ad essere d’accordo».
«Credo che meriti tutto il tempo possibile perché è un provvedimento epocale. Si farà ma non per due regioni e a scapito del Sud. L’Italia è una e indivisibile», ha invece dichiarato il vicepremier Luigi Di Maio, incontrando i giornalisti davanti al ministero del Lavoro. «Non voglio che accada quello che è successo nel 2001 con la riforma del Titolo V fatta dalla sinistra: sanità diverse, welfare diversi, servizi pubblici diversi, perchè l’autonomia della sinistra ha creato danni al Paese. Noi siamo garanti dell’unità nazionale, il Sud non sarà penalizzato».