“Angeli e Demoni”, un’intera famiglia si suicidò: accuse false di abusi sessuali

10 Lug 2019 10:43 - di Redazione

C’e chi ora chiede con forza di riaprire quel caso e rivela che dietro a quelle accuse di abusi sessuali che portarono un’intera famiglia – padre, madre e due figli – a suicidarsi a Sagliano Micca, in provincia di Biella, nel 1996, c’erano Cristina Roccia, una delle psicologhe coinvolte nell‘inchiesta “Veleno”, i presunti casi di pedofilia che, negli anni Novanta, sconvolsero la Bassa Modense, e Claudio Foti, psicologo e direttore del Centro Studi di Moncalieri Hansel e Gretel, ex-marito di Roccia, oggi agli arresti domiciliari per l’inchiesta di Reggio Emilia “Angeli e demoni” che ha travolto il Pd emiliano.

La storia si ripete, – dice Alessandra Lancellotti, che, all’epoca, seguì la famiglia, poi suicida, come consulente di parte – come quello che si è scoperto pochi giorni fa a Reggio Emilia nel centro Hansel e Gretel, e si rilegge il tutto alla luce del noto episodio del 1996 in provincia di Biella: una famiglia di Sagliano Micca, incolpata ingiustamente di abusi sessuali, si suicidò, mamma, papà e i due fratellini. Si dichiararono innocenti, ma non vennero ascoltati. Straziante il biglietto lasciato prima del gesto estremo: ‘In una nazione in cui non c’è verità né giustizia non si può vivere‘”.

“Si basò tutto su una narrazione bugiarda, che distrusse un’intera famiglia nell’impossibilità di provare la propria innocenza”, accusa ora Alessandra Lancellotti aprendo uno squarcio terribile sulla vicenda e consegnando, così, alla magistratura che sta già svolgendo accertamenti sugli affidi pilotati altri elementi su cui fare luce. E che possono aggravare di parecchio la responsabilità degli indagati dell’inchiesta “Angeli e Demoni”, aprendo la strada anche ad altri avvisi di garanzia.

Per la psicologa, presidente dell’associazione “Padri Separati”, ci sarebbe una correlazione tra quel caso del 1996 e l’inchiesta “Angeli e demoni” sul giro di affidi illeciti di minori nei servizi sociali dei Comuni della Val d’Enza, nel reggiano, tanto che vorrebbe che il caso fosse “riaperto”. “Ancora oggi molti bambini vengono portati via dai rispettivi genitori per presunti abusi sessuali falsi – chiarisce – al solo scopo di guadagnare da un grande giro di soldi e interessi, e di fatto distruggendo famiglie intere e la vita dei bambini”.

Dopo vent’anni, prosegue la psicologa, “si scoprono ancora giochi maledetti”. Di qui la richiesta: riaprire il caso di Sagliano Micca, sottolinea, “consentirebbe di metter luce alle responsabilità dell’epoca”.

“L’orribile vicenda del 1996 in provincia di Biella – ricorda Lancellotti – si ricollega drammaticamente al presente con la vicenda scoperta negli scorsi giorni a Reggio Emilia“.

All’epoca l’impianto accusatorio si fondava proprio sulle perizie dei due consulenti: Cristina Roccia, una delle psicologhe coinvolte nell’inchiesta “Veleno”, i presunti casi di pedofilia che negli anni Novanta sconvolsero la Bassa Modense, e Claudio Foti, psicologo e direttore del Centro Studi di Moncalieri Hansel e Gretel, ex marito di Roccia, oggi agli arresti domiciliari per l’inchiesta di Reggio Emilia “Angeli e demoni”.

“Un caso analogo – ribadisce Lancellotti – nel quale i pm accusano psicologi e assistenti sociali di aver sottratto bambini alle famiglie per trarre profitti dagli affidi”.

 

 

 

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