“Angeli e demoni”, bambini ridotti a cose in nome dell’ideologia che rifiuta la famiglia e la genitorialità

1 Lug 2019 17:56 - di Ylenia Lucaselli

A volte l’attualità ci sommerge di metafore, significative quanto dolorose. E così, leggendo i risvolti di cronaca dell’inchiesta Angeli e Demoni che ha riguardato il territorio di Reggio Emilia, non si può che pensare ad Hansel e Gretel. È il nome del centro piemontese da cui provenivano quegli psicologi che hanno redatto, almeno secondo le accuse, delle perizie false a seguito delle quali dei bambini venivano strappati ai loro genitori. Ma è anche il senso di tutta la vicenda. Una fiaba oscura, cuspide della vulnerabilità dei più piccoli, e della grande ferita inferta al loro cuore, e a quel filo esistenziale indissolubile che lega un bambino ai propri genitori. Hansel e Gretel, nel testo riportato dai fratelli Grimm, si salvano da soli, riuscendo a gettare nel fuoco la strega cattiva che li segregava. In questo caso, invece no. C’è stato bisogno dell’ “arrivo della cavalleria” per strappar via queste orribili catene. Il sensazionalismo giustizialista ha fatto molto male al dibattito pubblico, dunque per apporre il timbro di colpevolezza occorre attendere il lavoro dei magistrati. Però qualcosa si può dire.

Da questa storia sembra emergere quel retroterra culturale che fa mercimonio della genitorialità, considerata un valore negoziabile. Facendo le dovute proporzioni, è si tratta di una pianta malsana cresciuta dalla stessa radice di chi promuove l’utero in affitto e l’omogenitorialità. La scelta di affidare una bambina ad una coppia omosessuale (che stando ai rilievi dell’inchiesta avrebbe imposto alla piccola una condotta di vita che respingeva le femminilità), emersa dalle carte, lo conferma. Quel che si vede, dunque, è il tentativo di un business abominevole lucrando sulla possibilità di manipolare i minori, facendo leva sulle loro condizioni di debolezza e, soprattutto, andando a colpire il legame con i propri genitori. Secondo la visione progressista del mondo, quest’ultimo è relativo, spersonalizzabile. Lo dimostrano le battaglie per la dicitura “Genitore 1” e “Genitore 2” in luogo di madre e padre. Ora, se gli addebiti fossero dimostrati, Angeli e Demoni mostrerebbe la totale degenerazione di tutto questo. Bambini ridotti a “cose” e genitori concepiti a tessere intercambiabili di un puzzle, tutto questo per soldi. Per questo motivo occorre andare fino in fondo sulle eventuali commistioni con la classe dirigente politica locale, che già assume i contorni di un legame tra gli orchi e un certo mondo della sinistra. È una battaglia, questa, del tutto estranea rispetto ai rilevi giudiziari che questa vicenda assumerà. Se abbiamo in mente una società dove la persona assuma piena centralità dobbiamo combattere per la piena dignità di bambini e genitori, e per delle istituzioni a qualsiasi livello, anche locale, che si facciano carico di questo. Affinché non ci siano più dei nuovi Hansel e Gretel.

(Foto dalla Gazzetta del Sud)

 

Commenti

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  • Wolf Murnelstein 2 Luglio 2019

    Vi sfugge che i poveri bambini erano cavie di un esperimento per ottenere con uno strumento elettronico dichiarazioni di ammissioni di colpe e/o testimonianze di comodo per sostenere accuse e motivare condanne.