Ancora furbetti e assenteismo in Puglia. In ospedale. Ed è ancora più grave

8 Lug 2019 11:44 - di Redazione
Contrabbandieri

Sono circa 300 gli episodi di assenteismo ad opera di dirigenti medici, infermieri professionali ed impiegati del ruolo tecnico ed amministrativo del presidio ospedaliero ‘Don Tonino Bello’ di Molfetta, in provincia di Bari, emersi nel corso delle indagini della Guardia di Finanza che hanno portato stamane all’esecuzione di 12 arresti (ai domiciliari) e di un obbligo di dimora nel comune di residenza. Nell’inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Trani e denominata ‘Quinto Piano’, ci sono in tutto 30 indagati. Le misure cautelari sono state  emesse dal gip del Tribunale, Maria Grazia Caserta, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica Silvia Curione. Nei prossimi giorni saranno interrogati gli indagati per i quali è stata richiesta la misura interdittiva della sospensione dal servizio. Proseguono, invece, le indagini per definire altre posizioni.
Cinque medici, una capo sala, una infermiera professionale, diciassette impiegati amministrativi, cinque impiegati tecnici manutentori e uno esterno alla Asl, rispondono, a vario titolo, di truffa aggravata ai danni di ente pubblico, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, abuso d’ufficio e peculato. I provvedimenti sono stati notificati a Molfetta, Giovinazzo, Bisceglie, Barletta e Foggia.

Truffa, peculato….

Le condotte fraudolente rilevate hanno riguardato assenze sistematiche dal luogo di lavoro in orario di ufficio, spesso autorizzate formalmente da permessi sindacali o in base alla Legge 104 del 1992, per svolgere attività in altre strutture o per motivi privati, anche utilizzando le auto di servizio. In alcuni casi è stata constatata la collaborazione di un soggetto esterno all’Azienda Sanitaria Locale, il quale si presentava per ‘smarcare’ ai rilevatori la presenza. Si assentavano anche alcuni impiegati dell’Ufficio rilevazioni presenze e assenze preposti al controllo del corretto rispetto dell’orario di lavoro di tutti gli altri dipendenti che, approfittando della possibilità di accedere al sistema informatico, modificavano manualmente e fraudolentemente orari di lavoro. L’inchiesta si è protratta per oltre due anni.
Le Fiamme Gialle hanno scoperto un sistema di solidarietà fraudolenta per timbrare il cartellino e assentarsi dal lavoro durante l’orario di servizio. Coinvolta anche una persona esterna all’Azienda Sanitaria Locale. I reati contestati, a vario titolo, sono truffa aggravata ai danni di ente pubblico, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, abuso d’ufficio e peculato.
In attesa delle ulteriori notizie che verranno diffuse dagli inquirenti, c’è da rilevare come la piaga dell’assenteismo stenti ad essere sconfitta. Malgrado gli sforzi, c’è sempre chi punta a non fare il proprio dovere. Ma quando di mezzo c’è la salute dei malati ricoverati è ancora peggio, perché vuol dire che non si conosce limite all’illegalità.

La regione Puglia sia parte civile

L’auspicio è che le indagini siano veloci, il processo rapido, le condanne – se i fatti saranno provati – assolutamente esemplari. Deve essere abbattuta la repubblica dei furbetti. E chi lo fa in ospedale deve sapere che non ci sarà pietà per lui e per i suoi complici. La Regione Puglia si costituisca parte civile e pretenda che si faccia piazza pulita anche da parte del Tribunale di competenza.

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