A un passo dalla crisi. Salvini diserterà il Consiglio dei ministri: «Ho di meglio da fare»
«Domani non andrò in Consiglio dei ministri. Quando si approssima il venerdì è un giorno importante, perché ci sono i figli. Il venerdì è dedicato ai figli e non a Di Maio». Parole sarcastiche e molto dure, quelle di Matteo Salvini da Helsinki che suggellano una giornata al fulmicotone nei rapporti tra Lega e 5Stelle. Il voto in Europa sulla presidente della commissione Ue, sostenuta dai grillini e osteggiata dal Carroccio, il caso Moscopoli, neologismo orribile ma efficace, con lo strascico di polemiche (non ancora esaurite in attesa di nuove carte della magistratura) sui presunti rubli finiti nelle casse della Lega sono il detonatore di una crisi strisciante da mesi. Di Maio non è più tenero con l’alleato padano: entrambi si lasciano andare a insulti e attacchi frontali mai registrati, se non alla vigilia delle europee.
Salvini ad alzo zero contro Di Maio
«Il voto a settembre? È una domanda da fare ad altri, perché non sceglie per fortuna Matteo Salvini», dice ancora il vicepremier leghista ai giornalisti che chiedono sulla tenuta del governo italiano. «C’è un presidente della Repubblica che fortunatamente che è garante del fatto che questo rimanga un paese democratico. Queste domande le dovreste fare a lui, io faccio il ministro dell’Interno», taglia corto con il dente avvelenato con il premier che dalle colonne di Repubblica lo aveva attaccato definendo «un tradimento» il voto della Lega alla Ue (salvo poi smentire). L’attacco di Salvini va oltre Di Maio (colpevole di «aver impresso la marcia indietro all’Europa votando con Merkel e Macron un ex ministro tedesco alla guida della Commissione»). In una parentesi del forum dei ministri degli Interni di Helsinki attacca uno ad uno gli alleati di governo e i ministri grillini che potevano «fare di più…». «Vivo una mancanza di fiducia anche personale, io ci avevo creduto in questo rapporto. Ora Di Maio dice che starei coprendo la storia della Russia? Ecco questo è quel che intendo dicendo che la fiducia è rotta. Tra l’altro io quando i padri dei miei alleati hanno avuto problemi non ho mai fiatato, mah». È lo tsunami.
Non parteciperà al Consiglio dei ministri
Salvini annuncia che domani non sarà al Consiglio dei ministri perché impegnato in famiglia, facendo capire di essere pronto alla crisi anche se ripete che tocca al presidente garantire la Repubblica e non ha paura del voto (fosse pure a settembre). L’ultimo affondo è per Beppe Grillo, di cui Salvini legge sul telefonino la battuta per cui il numero degli analfabeti italiani è uguale a quello degli elettori leghisti: «Roba da pazzi, se non fosse un alleato sarebbe pure simpatico». Nelle stesse ore trapela che nel corso delle perquisizioni scattate nell’inchiesta sui presunti fondi russi alla Lega è stato trovato materiale definito “interessante”. Sarà crisi? Difficile rispondere. In linea teorica c’è ancora tempo (due giorni) per far capitolare l’esecutivo: una crisi entro il 20 luglio permetterebbe l’inusuale ritorno alle urne già a settembre. I grillini intanto rispondono da Roma in ordine sparso. «Se il governo dovesse cadere, non sarà certo per volontà nostra. Noi vogliamo andare avanti per lavorare nell’interesse dei cittadini», dichiara Francesco D’Uva, capogruppo 5Stelle alla Camera sottolineando che non esiste una maggioranza alternativa a quella attuale.
Togli la poltrona da sotto il “concuisisiede” ( che nel caso è anche il “concuisipensa”) del M5S!
ALLE URNE! UP PATRIOTS TO ARMS!!! Settembre verde!
Fabrizio Piccari Leghista e Patriota
Più analfabeta e spocchioso di beppe grillo, solo sua pancia.