Vicesindaco grillino usa il “pass disabili” del padre morto. Ma il M5S gli salva la poltrona

23 Giu 2019 18:17 - di Redazione

A prima vista è una storia di ordinario squallore morale. Una delle tante che affastellano, purtroppo, la cronaca di tutti i giorni. Ma questa svelata dal Fatto Quotidiano è alquanto particolare perché a rendersene poco edificante protagonista è un uomo delle istituzioni espressione – udite udite! – del M5S. Sì proprio il movimento nemico di ogni casta e di qualsiasi privilegio. Siamo a Sedriano, comune nell’hinterland milanese, il primo della Lombardia ad aver subito uno scioglimento per mafia e anche il primo ad avere eletto un sindaco a Cinquestelle, Angelo Cipriani, maresciallo della GdF. Non è lui, però, il protagonista di questa storia di squallore morale targata M5S ma il suo vice Davide Rossi. È lui che se ne va tranquillamente in giro con la sua auto e la parcheggia dove vuole, persino negli stalli riservati ai disabili. Potrebbe farlo, visto che ha il pass in bella mostra sul parabrezza. Peccato che sia intestato al padre Nicola, per altro morto. Quando lo “pizzicano”, con tanto di foto, Rossi –  delegato alla Trasparenza – prima inventa una serie di scuse e, quando il caso finisce in Consiglio comunale, si rifiuta di chiarire davanti ai cittadini. Cioè nonostante, i suoi compagni moralizzatori gli salvano la poltrona.

Davide Rossi è vicesindaco di Sedriano (Mi)

Questa storia di squallore morale targata M5S comincia lo scorso anno. È un giorno di ottobre quando l’auto di Rossi viene immortalata in via Falck, quartiere San Leonardo di Milano, vicino alla fermata della metro rossa e sulle strisce blu a pagamento. Sul parabrezza però non c’è il ticket, bensì il pass disabili del padre, deceduto solo cinque mesi prima. La scena si ripete qualche mese dopo, nell’aprile 2019. E questa volta, oltre allo scatto c’è anche un testimone: «Ho visto più volte Rossi parcheggiare in quella zona utilizzando il permesso del padre disabile per poi dirigersi verso la metropolitana». La notizia rimbalza sulla stampa locale e scatena l’indignazione: perché quel pass non è stato restituito dopo il decesso dell’intestatario?

Il sindaco del M5S: «È un complotto»

Il grillino tenta di difendersi: prima dice che a Rho (dove il pass è stato rilasciato) non è obbligatorio riconsegnarlo». Ma quando viene  smentito dal comando della polizia locale, si rifugia nella mozione degli affetti: «L’ho tenuto per ricordo», dice. E aggiunge: «Anche mia madre è disabile. Devo aver fatto confusione con i due pass». Ma è solo la seconda bugia: il pass della madre scade infatti nel novembre 2023. Ciò significa che è stato rilasciato nel novembre 2018, mentre la foto “incriminata” è precedente. Secondo Rossi si tratta di un rinnovo, ma non esistono prove a riguardo. Per uscirne fuori non resta che l’arma finale: il complotto. Il sindaco-maresciallo punta l’indice contro non meglio precisati avversari e tuona: «È una vendetta». Rossi, più moderato, pensa a una «ripicca personale». In Consiglio comunale, però, tutti muti quando il M5S respinge la mozione di sfiducia. Rumoreggia solo il pubblico alzando cartelli con la scritta “Dimissioni”.

 

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