Tria boccia i minibot proposti dalla Lega: «Ha ragione Draghi, non servono»

8 Giu 2019 14:05 - di Redazione

Sui minibot proposti dalla Lega per pagare i debiti arretrati della pubblica amministrazione arriva lo stop del ministro dell’Economia Giovanni Tria: «Non servono», ha detto in perfetto accordo con il presidente della Bce, Mario Draghi. La bocciatura del ministro è nel merito: «Questa  è una cosa che sta nel loro programma – ha spiegato a margine del G20 finanziario di Fukuoka -: il ministero dell’Economia ha girato un parere negativo. Penso che in un’interpretazione, quella del debito, non servono. Nell’altra (la valuta alternativa, ndr), ovviamente, si fanno i trattati e quindi non possono essere fatti».

«Minibot inutili nella interpretazione del debito»

D’accordo con Tria è anche il suo predecessore al ministero, Pier Carlo Padoan, del Pd, che definisce i minibot «illegali e dannosi». Più diretto il giudizio del suo leader Zingaretti che in un tweet scrive: «Li chiamano minibot ma sono una grande truffa. Fanno ancora debiti per pagare i debiti che hanno già fatto. Cosi l’Italia rischia. Rischiano le famiglie, le imprese e i giovani su cui scaricano i problemi non risolti». Conclusione: «Sono degli irresponsabili». Ma perplessità si registrano anche tra i berlusconiani, dove a parlare per tutti è il portavoce dei gruppi parlamentari di Camera e Senato, Giorgio Mulè, che chiede al governo «un po’ di serietà». «L’anno bellissimo con fuochi d’artificio si è spento e adesso dai botti promessi siamo degradati ai… miniato», ha scritto in un tweet.

Dal Carroccio reazioni prudenti

Reazioni improntate a prudenza in casa leghista.«Il parere del ministro Tria e del governatore Draghi vanno sicuramente presi in considerazione, valutati e approfonditi per cercare di capire se effettivamente ci sono ragioni ostative di carattere tecnico o se è soltanto una questione di carattere politico – avverte il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, interpellato sui minibot a margine del convegno dei Giovani imprenditori di Confindustria -. Allora si potranno riprendere le discussioni».

 

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