Toti e Carfagna, la “rivoluzione” dentro FI passa per la testa di Berlusconi a Salvini

22 Giu 2019 18:04 - di Il Cavaliere Nero

Praticamente Salvini ha guidato le mosse di Berlusconi per tentare di rivitalizzare Forza Italia.
Messo da parte Tajani, il cavaliere ha puntato le sue fauci su due che più agli antipodi fra loro non si può. Giovanni Toti, quinta colonna leghista dentro gli azzurri, e Mara Carfagna, capofila degli antiSalvini azzurri. Sembra la par condicio, dice uno che la sa lunga dentro quello che fu l’impero di Silvio.

Lì dentro decide Salvini

E pare evidente – afferma chi frequenta palazzo Grazioli ed è scontento della piega presa – che questa roba reggerà poco. Toti si è messo in testa di fare la rivoluzione delle primarie e romperà di nuovo con Silvio appena glielo impedirà. Sarà depotenziato per aver ceduto ed essere tornato a Canossa. Berlusconi non ha voluto le primarie neppure quando era fortissimo, figuriamoci ora.
La Carfagna tornerà nell’angolo a missione compiuta. Si gioca la sua partita sui diritti civili magari pensando a cercare qualche alleanza a lei congeniale tra le fila della sinistra postrenziana.

Il silenzio di Tajani

Quello che è strano in questo gioco è il silenzio di chi appare messo da parte. Chi reclamava sangue nello scontro interno – con il linguaggio truculento della Ravetto, ad esempio – sta zitto. Se è cosa seria, qualcuno contrario si sarebbe dovuto trovare. Invece mutismo, il che non depone bene. Probabilmente Tajani non tornerà al vertice del Parlamento Europeo, davvero se ne starà in un cantuccio a farsi strapazzare dal governatore ligure che non gliene fa passare una liscia?
Prepariamoci ad assistere a qualche bella corrida all’interno di Forza Italia, fino a che Berlusconi non tornerà a suonare la campanella per la fine della ricreazione.
Oppure, alla soluzione Salvini, che potrebbe pretendere dai due nuovi “capi” l’obbedienza e la definitiva messa in pensione del Cavaliere. Sarebbe quella la vera rivoluzione, ma nessuno dei due ha tanto coraggio. Anche perché non se la sentirebbero di competere con l’accusa – puntuale – di tradimento. Non hanno la forza per resistere. Ma per andare avanti gli resterebbe solo questo: la testa di Silvio in dote a Matteo.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *