«Stai zitto o ti impicco»: le minacce nell’asilo-lager di Avellino. In manette 4 insegnanti

5 Giu 2019 15:29 - di Redazione
Chieri asilo

Tre insegnanti ai domiciliari e per un quarto è scattata la sospensione dell’esercizio dal pubblico ufficio. Sono queste le misure cautelari emesse dalla Procura della Repubblica di Avellino ai danni di quattro insegnanti di una scuola materna di Solofra (Av). L’operazione è scattata questa mattina quando i Carabinieri della stazione di Solofra insieme a quelli della Compagnia di Avellino hanno notificato gli atti alle persone coinvolte, di età compresa tra 46 e 66 anni, di cui tre irpine e una quarta del salernitano. Tre donne e un uomo responsabili di maltrattamenti sugli alunni della scuola e in un caso c’è anche l’ipotesi della violenza sessuale con un bambino che sarebbe stato costretto a subire ripetuti palpeggiamenti. Le piccole vittime hanno tutte età compresa tra i 3 e i 6 anni.
Ad illustrare le operazioni ci ha pensato il Comandante della Compagnia di Avellino, Massimo Cagnazzo. “Sono state utilizzate telecamere nascoste, è il profilo investigativo per casi del genere. Non entro nel merito dell’attività investigativa, l’indagine è partita da uno scambio di opinioni su un gruppo whatsapp di cui fanno parte le 23 mamme dell’istituto in questione – spiega -. Qualcuna di loro ha chiesto se anche le altre avessero riscontrato lamentele da parte dei figli per vessazioni o in qualche caso per percosse. C’è stata una serie di conferme e, dopo questo scambio di messaggi, due mamme si sono convinte a denunciare la vicenda che aveva corso da qualche tempo”.
Dallo scambio di conversazioni tra mamme emerge che gli insegnanti dell’asilo erano soliti alzare le mani sui bambini più ‘discoli’. Dopo la denuncia avvenuta nel mese di gennaio è scattata l’attività d’indagine da parte dei militari dell’Arma, con l’Autorità Giudiziaria che ha delegato alla Stazione dei Carabinieri di Solofra un’attività d’intercettazione audio-video. Dalle riprese sono emersi i maltrattamenti patiti dai bimbi. In particolare emerge che tutti gli indagati, in maniera reiterata, compivano vessazioni, mediante l’utilizzo di mezzi di coercizione fisica e psicologica. Dalla visione dei filmati si assiste ripetutamente ad episodi in cui, alcuni minori, vengono tirati per le braccia e trascinati per la classe, talvolta accade che gli stessi cadono a terra, e ciò malgrado, gli indagati continuano a trascinarli senza mollare la presa. “…Stai zitto… non piangere… io ti devo impiccare….”: sono solo alcune delle frasi proferite nei confronti delle piccole vittime.

«Il tempo tecnico per curare il procedimento, anche da parte della Procura della Repubblica, è stato di venti giorni, una volta ottenuti i primi riscontri – prosegue il Comandante Cagnazzo. Non potevamo permettere che questa situazione andasse avanti nel tempo. Sono state raccolte le prove, si è chiusa l’attività investigativa, refertato all’autorità giudiziaria, la Procura ha chiesto le ordinanze che sono state emesse dal Gip di Avellino. Gli insegnanti sono irpini tranne uno che è salernitano. C’è anche l’ipotesi della violenza sessuale in un caso, con un minore che ha subito ripetuti palpeggiamenti».

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