Sbloccantieri, Conte si appella al “buon cuore” della Lega e si fa scudo dei terremotati

4 Giu 2019 12:21 - di Redazione

È ancora lo Sbloccantieri il nodo da sciogliere, che rischia di ingarbugliare una matassa già parecchio intricata. Le posizioni tra Lega e Cinque Stelle sono a dir poco distanti e il premier Conte, chiamato ancora una volta a fare da equilibrista in bilico, prova a fare breccia sulla Lega facendo leva sul dramma dei terremotati…

Sbloccantieri, «ci avviamo a un caos»: Conte interviene a gamba tesa

Il super emendamento  presentato dalla Lega «non l’ho capito e sono trent’anni che faccio il giurista, ma rischia di creare il caos normativo. In sostanza volendo congelare l’attuale codice degli appalti propone un’improbabile reminiscenza del vecchio codice che ormai è abrogato e non può rivivere. Ci avviamo a un caos». Un allarme congegnato in poche parole e argomentato giuridicamente che, da Torino dove si trova, induce il premier Giuseppe Conte a chiedere alla Lega a fare un passo indietro rispetto all’emendamento che ha sospeso il giudizio sul dl Sbloccantieri. «Ieri come sapete c’e’ stato vertice a Palazzo Chigi – ha aggiunto – c’è questo super emendamento degli amici della Lega. Ho cercato di rappresentare loro che mancano pochissimi giorni per la conversione. È un emendamento che mette in discussione tutto l’impianto, ci abbiamo lavorato per mesi con gli amici della Lega, raccogliendo le istanze del mondo degli operatori , degli stakeholder , dell’associazione costruttori».

Il premier vuole far breccia sulla Lega facendosi scudo dei terremotati

Per questo, ha proseguito il premier, «faccio un appello agli amici della Lega, non metto in discussione la loro buona fede. Questo super emendamento è stato presentato adesso, dopo aver rimesso in discussione un lavoro di mesi, ha portato con sé altro 400 emendamenti, anche delle varie opposizione. Siamo  a pochi giorni dalla conversione, dobbiamo passare alla Camera» e per questo, insiste e conclude Conte rivolgendosi al Carroccio e al suo leader, «faccio un appello, in questo decreto c’è tanto lavoro, ci sono le norme suo terremotati, mi raccomando». Come a dire che, più che fare da paciere e rivolgere una preghiera alle forze di governo leghiste, il presidente del Consiglio – in barba a ragioni politiche e argomentazioni giuridiche – prova a farsi largo nel caos, e far breccia sulla Lega facendosi scudo del dramma dei terremotati…

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