Ragusa, una rumena costringe la figlia 13enne a fare sesso anche con 90enni

8 Giu 2019 10:07 - di Sveva Ferri

Faceva prostituire la figlia 13enne nelle campagne del Ragusano, con uomini di ogni età, anche prossimi ai 90 anni. E proprio insieme a quattro clienti è stata arrestata. La donna, una rumena, dovrà rispondere di sfruttamento della prostituzione minorile. Gli uomini, due italiani e due marocchini, di atti sessuali con minore, rispondendo però del reato più grave di violenza sessuale. A portare all’emersione di questa storia di criminalità e degrado è stata la sensibilità degli uomini della squadra mobile di Ragusa, guidata dal vicequestore aggiunto Antonino Ciavola, che nell’ambito di controlli anti caporalato hanno notato che qualcosa non andava negli atteggiamenti della ragazzina.

L’intuizione della polizia di Ragusa

Così gli agenti hanno iniziato a raccogliere informazioni, ricostruendo mano mano il quadro di violenze e sfruttamento ai danni della 13enne. La ragazzina, che a sua volta era anche costretta a lavorare nei campi, consumava i rapporti sessuali all’interno delle serre da coltivazione con braccianti agricoli nord africani e rumeni, ma anche con italiani. Su autorizzazione della Procura di Catania, poi, la squadra mobile ha potuto affiancare le indagini tradizionali con le intercettazioni delle telefonate tra la madre e la ragazzina. Da subito è emerso chiaramente che la piccola aveva rapporti sessuali con uomini di ogni età, dai 30 ai quasi 90 anni, ai quali era la stessa madre a portarla. Fra gli aguzzini ve ne era anche uno, di 61 anni, che, hanno spiegato gli investigatori di Ragusa, «pretendeva di avere l’esclusiva in quanto aveva dato in uso la sua casa al mare a lei ed alla madre».

La ragazzina venduta per le sigarette

«La madre, anziché proteggere la sua bambina, la sfruttava percependo somme di denaro o altre utilità come vino, birra, sigarette, una doccia o una casa dove poter dormire», hanno spiegato gli investigatori, chiarendo anche che «gli operai che finivano di lavorare in campagna si appartavano con lei trovando rifugio dietro una tenda fatta con un lenzuolo per proteggersi da occhi indiscreti, ma tutti invece sapevano e nessuno parlava». «La bambina è stata talmente tanto adultizzata da credere di poter avere rapporti sessuali con maggiorenni tanto che nelle ultime settimane aveva intessuto una relazione sentimentale con un marocchino di 30 anni», hanno aggiunto gli uomini della polizia, rivelando però che lei stessa, in una telefonata, aveva espresso l’intenzione di denunciare uno degli uomini che abusavano di lei. Così è scattato il blitz, volto a evitare che gli sfruttatori potessero darsi alla fuga. La ragazzina è stata affidata a un centro specializzato ed è stata ascoltata da una agente donna della polizia insieme a una psicologa. Ne emerso il quadro di una totale inconsapevolezza, nel quale la bambina non ha neanche manifestato rabbia nei confronti della madre: «Non si è resa conto perché non ha mai conosciuto la differenza, ovvero la vita che merita una bambina della sua età», hanno spiegato ancora gli investigatori.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *