Marco Carta, arresto illegittimo. Il giudice: non vi sono indizi gravi a suo carico

10 Giu 2019 17:57 - di Redazione

Una “carenza di gravità indiziaria” rispetto alla quale l’arresto di Marco Carta “non può ritenersi legittimo”. Con queste parole il giudice di Milano Stefano Caramellino ha deciso, lo scorso 1 giugno, di non convalidare l’arresto del giovane cantante accusato insieme a una donna di 53 anni di furto aggravato alla Rinascente di piazza del Duomo a Milano.

Nell’ordinanza del tribunale, diffusa solo oggi, si ricostruisce il presunto furto dal grande magazzino di sei magliette di marca del valore di 1.200 euro. Il racconto dell’imputato, a dire del giudice, “non è allo stato scalfito da alcun elemento probatorio contrario”. E coloro che hanno provveduto all’arresto “non hanno visto alcunché dell’azione asseritamente furtiva”.

Il testimone oculare, un addetto alla sicurezza, descrive un atteggiamento sospetto, ma tali elementi sono “del tutto eterei, inconsistenti: è normale che due acquirenti si guardino spesso attorno all’interno di un esercizio commerciale di grande distribuzione” e l’ipotesi che stessero controllando di non essere seguiti da occhi indiscreti “è formulata in modo del tutto ipotetico”. Anche il fatto che abbiano cambiato piano per provare le magliette “è compatibile con il proposito di trovare un camerino di prova libero” nel giorno di offerte del ‘black friday’.  Se gli imputati hanno confermato i movimenti raccontati in parte dal testimone presente nel negozio, ne hanno aggiunti di altri dando una “credibilità” alla loro versione.  “D’altronde, il fatto che lo sguardo dell’addetto alla vigilanza non sia stato fisso sui due arrestati è riscontrato dal fatto che neanche lui ha affermato di avere visto l’inserimento degli abiti nella borsa, né egli ha precisato in mano a chi fosse la borsa dopo che essa era stata appoggiata nel camerino, né egli ha affermato di avere sentito alcun rumore compatibile con la rottura delle placche antitaccheggio”, avvenuta con un cacciavite.

Per il giudice, il vincitore di Sanremo e del programma Amici “non deteneva all’uscita dell’esercizio commerciale la borsa contenente i vestiti sottratti: lo si ritiene sulla base delle indicazioni del verbale d’arresto secondo cui ‘la donna risultava avere riposto le maglie appena sottratte ed il cacciavite utilizzato per rimuovere le placche antitaccheggio nella propria borsa personale'”.  La flagranza scatta sulla base di una diretta percezione, non per informazioni sommarie rese da terzi, in questo senso “nessuna circostanza descritta nel verbale d’arresto costituiva sufficiente sintomo, percettibile agli operanti, del concorso dell’imputato nell’azione autonomamente posta in essere dall’imputata, che si trovava semplicemente in sua compagnia”. Carta, imputato insieme all’amica Fabiana Muscas, dovrà affrontare un processo che inizierà il 20 settembre prossimo.

L’artista intanto mercoledì scorso ha raccontato la sua versione dei fatti da Barbara d’Urso e ha postato nelle ultime ore una foto insieme al fidanzato Sirio con il quale si era recato a Mykonos nelle ultime ore, con tanto di dedica di Lucio Battisti.

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