M5S, Di Maio non ne può più: «Basta, sono anni che sento dire che è colpa mia»

11 Giu 2019 10:10 - di Massimo Baiocchi

Le frasi di rito. «L’incontro con Conte e Salvini è andato bene», «lo spirito è buono». E ancora: «Vogliamo lavorare al massimo per l’Italia». È un Di Maio versione soft quello del day after del vertice. O meglio, è un Di Maio che cambia registro. Le elezioni sono passate, la doccia fredda se l’è fatta, non è il caso di continuare come se niente fosse. In campagna elettorale il nemico era l’altro vicepremier, che gli succhiava sangue a mo’ di Dracula, togliendogli voti dappertutto.  Ora che non è chiuso nel recinto propagandistico, il nemico è da scovare nei meccanismi interni dei Cinquestelle.

Di Maio: «È facile parlare…»

È lì che le cose non vanno. E lo dice apertamente: «Il Movimento così com’è, così come non è strutturato e organizzato , non può andare avanti, Serve un radicale cambiamento alla sua struttura organizzativa. Non è più rinviabile il processo di riorganizzazione interna», afferma Di Maio a Ratl 102.5. «È bello dire: decide il capo politico. Ma quando le cose non vanno bene, l’unico destinatario delle critiche sono io», osserva il vicepremier. «Sono 6 anni che è sempre colpa Di Maio…  La prendo con filosofia, ora serve un radicale cambiamento all’organizzazione del Movimento».

«Il governo non deve vivacchiare»

Dopo il vertice di governo «c’è tregua» ma «per lavorare per gli italiani, non c’è tregua se si decide di continuare a vivacchiare», aggiunge Di Maio a Rtl 102.5. Poi chiarisce: «Nessuno riuscirà mai a mettermi contro il presidente del Consiglio che ha sempre portato avanti le battaglie alla Commissione europea. Non mi interessa andare allo scontro. Per me di manovra correttive non se ne deve neanche parlare».

 

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