L’ultima sentenza-scandalo: picchiava la moglie, il giudice gli affida il figlio

20 Giu 2019 12:59 - di Redazione

«È irrilevante». Questo quanto ritiene la giudice del tribunale di Padova della condanna penale di un imprenditore dichiarato colpevole in due gradi di giudizio di violenza e lesioni contro l’ex moglie, maltrattamenti in famiglia e violenza assistita. È così “irrilevante” che la giudice ha deciso, un anno dopo quella condanna, di affidare proprio a lui il figlio della coppia. Secondo quanto riporta il Corriere del Veneto, il padre, nonostante quanto accaduto in passato, è da ritenersi, a giudizio dei giudici, “figura maggiormente idonea a garantire stabilità emotiva e accudimento del minore”. La mamma è stata definita “personalità borderline”: ora ha fatto ricorso in appello e l’udienza è stata fissata per il 1 luglio. L’uomo era stato condannato, ricorda il quotidiano, per aver massacrato di botte (con lesioni anche permanenti), insultato, minacciato, demolito psicologicamente, isolato, tenuto senza soldi e senza cibo l’ex moglie, con l’aggravante di averlo fatto sempre alla presenza dei figli minori (violenza assistita).

Nella sentenza sull’affidamento del figlio minore, la mamma è stata definita borderline senza che le venisse fatto un test specifico, basandosi su una Ctu (richiesta tra l’altro dalla signora) che avrebbe dovuto valutare la capacità genitoriale di entrambi i genitori. «Un decreto senza precedenti in Italia», tuona il Centro Veneto Progetti Donna Onlus, il Centro Antiviolenza Veneto, la cui denuncia è stata immediata. «Non si è mai visto che in un decreto per l’affidamento di un minore non si tenga conto di una doppia condanna penale per violenza», spiegano al quotidiano gli esperti del Centro. E indubbiamente la decisione del tribunale di Padova è destinata a far discutere.

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