La Sea Watch ha forzato il blocco, partite due motovedette per intimare l’alt

26 Giu 2019 15:16 - di Redazione
La vicenda della nave Sea Watch approda ora al Csm che ha aperto una pratica a tutela del gip Alessandra Vella

Tanto tuonò che piovve: la Sea Watch ha deciso di forzare il blocco. “Ho deciso di entrare in porto a Lampedusa –  fa sapere  la “capitana”  Carola su twitter – So cosa rischio ma i 42 naufraghi a bordo sono allo stremo. Li porto in salvo”.

L’ong tedesca a bordo della nave battente bandiera olandese parla di una impossibile “soluzione politica e giuridica” dopo il rigetto del ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo. “L’Europa ci ha abbandonati”, dicono, “La nostra Comandante non ha scelta”. Poi un altro tweet: “Basta, entriamo. Non per provocazione, ma per necessità, per responsabilità”.

Una motovedetta della Guardia di Finanza e una della Guardia costiera hanno raggiunto la nave per intimare l’alt alla “capitana”. Secondo l’Adnkronos se non verrà rispettata la richiesta di fermarsi scatterà il sequestro amministrativo.

Intanto l’Europa assicura di essere al lavoro per trovare una soluzione: “Ieri sera la Commissione ha ricevuto una richiesta di sostenere proattivamente gli Stati membri cercando delle soluzioni di ricollocamento per le persone a bordo della Sea Watch una volta che saranno sbarcate”, ha detto un portavoce, “Quindi stiamo agendo in seguito a questa richiesta. Siamo in contatto con diversi Stati membri per trovare una soluzione per il ricollocamento dopo lo sbarco”. Per quanto riguarda il destino della nave, però, la Commissione si “lava le mani”: “È una decisione che non compete alla Commissione, quindi non siamo nella posizione di designare un porto per lo sbarco, ma quello che possiamo fare, e che stiamo facendo, è organizzare proattivamente il seguito, cioè cosa fare una volta che lo sbarco verrà deciso”.

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