Esplode la DraghiMania. Mentre strane manovre a Palazzo avvolgono Bankitalia

22 Giu 2019 10:27 - di Francesco Storace

Rieccole, le trame belle, quelle del potere autoreferenziale. Si amano, non gliene frega nulla del popolo sovrano.
Ieri è stata la giornata della DraghiMania, tutti pazzi per il governatore. Che si è beccato un bell’applauso all’ultimo vertice europeo a cui ha partecipato prima della scadenza di ottobre. E ha fatto sussultare d’orgoglio persino quel pesce lesso di Giuseppe Conte. Uno che a occhio e croce sembra avere ben poco di sentimentale. Eppure ha fatto la parte dell’italiano contento. Ma che bravo Draghi, certo, a maneggiare finanza. Peccato che il premier, alla guida della coalizione che rappresenta, dovrebbe auspicare politiche sociali che invece da anni la Bce mette in discussione. La Banda centrale europea, potremmo chiamarla.

Nei comizi banchieri ladri, a Palazzo li proteggono

Fa il prudente, in punta di piedi, il presidente del consiglio quando emigra all’estero. E nelle sedi comunitarie fa finta di non sapere che cosa succede in Italia. Mentre lui esalta Mario Draghi – e persino Forza Italia lo rimbrotta dicendo “c’eravamo prima noi” – a Roma si gioca su Bankitalia, ma lui non lo sa.
O meglio, di fronte alla domanda di trasparenza sulla proprietà dell’oro e sulla nazionalizzazione di quella che fu la nostra banca, si organizza la resistenza dei banchieri. Viva Draghi e non tocchiamo il forziere di Francoforte. Dove c’è tanta roba nostra.
Sono mesi che Fratelli d’Italia insiste sulla calendarizzazione della proposta di legge sul ritorno in Patria della Banca centrale, ma essa è ferma in commissione. Il rinvio costante sulla discussione è determinato da Cinquestelle e Lega. Nei comizi banchieri ladri, nel Palazzo li proteggono.

A luglio in Parlamento si dovranno tutti schierare

Poi accade a sorpresa che Salvini dica che la Lega “ha la sua proposta su Bankitalia”. Dove? E si becca la reazione di Francesco Lollobrigida, che di Fdi è presidente dei deputati.  “Salvini dice che esiste già un testo della Lega del quale non abbiamo ancora avuto notizia ma certamente a luglio, grazie a Fratelli d’Italia, di questo argomento si parlerà in Aula“. E questo nonostante ogni tattica dilatoria: “Fdi vuole un’Italia forte e sovrana, e questo non può prescindere dal riportare la Banca centrale della Nazione a una proprietà pubblica”.
La destra una posizione ce l’ha e la sinistra pure, diametralmente opposta e a tutela del fortino monetario. Non si capisce invece che cosa voglia fare un governo che proprio qui doveva dimostrare la sua capacità di cambiamento. Il premier ha recentemente detto che l’oro non è degli italiani,  e non sa che cosa vogliono i suoi alleati. Intanto, i lobbisti si muovono per bloccare ogni tentativo di poter portare l’istituto centrale sotto il controllo del Parlamento e comunque del Paese.
La sovranità di un popolo passa anche e forse soprattutto attraverso la moneta e chi la stampa. C’è una vasta letteratura in proposito e ci sono fior di esempi di Paesi “padroni” del denaro che circola in casa propria. Certo, c’è la mistica dell’euro, ma la questione del controllo della Banca nazionale è fondamentale in democrazia. Non è detto che il nostro destino debba essere scritto per forza a Francoforte. Arriverà entro l’estate il voto del Parlamento, tutti si dovranno schierare.

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