Del Debbio: «Berlusconi ascolti Toti e non gli faccia la guerra». Poi la stoccata a Lerner

3 Giu 2019 11:14 - di Giorgio Sigona

«Il problema è che non c’è più il partito. E quel poco che c’è non conta. Forza Italia ha tanti amministratori locali in gamba, ma dominano i parlamentari. È presente nei social e in tv, ma gli manca il territorio che ha sempre snobbato. E poi Berlusconi, da grande innovatore del linguaggio politico ne è diventato il maggior conservatore». Lo afferma Paolo Del Debbio, giornalista e conduttore televisivo, in un’intervista a La Verità, parlando di Berlusconi e di Forza Italia. Alla domanda se concorda con le critiche mosse da Giovanni Toti, Del Debbio dichiara: «Le critiche di Toti sono condivise da molti in Forza Italia che non le esternano per questioni di convenienza personale. Fossi in Berlusconi su Toti ci punterei invece di fargli la guerra. Fino a poco tempo fa mi sembrava ci fosse un veto di Salvini e Giorgia Meloni su Berlusconi e Antonio Tajani. Dopo l’intervista a Dritto e rovescio di giovedì non ne sono più sicuro. Un centrodestra è possibile».

Ad animare il confronto era stato proprio Toti con il suo annuncio: «Io non vorrei lanciare un movimento, ma stiamo pensando a un’assemblea, il 6 luglio in un teatro a Roma, per trovarci tutti insieme». aveva detto a Mezz’ora in più, parlando del futuro del centrodestra. “Si devono rompere gli indugi, superare gli schemi per entrare nella terza repubblica da protagonisti. Oggi il centrodestra nel suo complesso sta bene, per il 34% di Salvini e lo striminzito 8% di Berlusconi, ma le proporzioni non sono le stesse».

Del Debbio si sofferma pure su Lerner e la sua “lista di giornalisti sovranisti” da “processare”. «Questa faccenda mi ha fatto una certa tristezza. Dopo la tristezza, però, mi ha fatto anche incazzare, perché oltre a giudicare bisognerebbe conoscere. Ha ragione Belpietro: ci sono persone che scherzano con le liste di proscrizione anche se hanno superato i 60 e negli anni Settanta finì male. Ma li capisco: per loro dev’essere un cruccio digerire il capitalismo e la borghesia essendone divenuti esponenti di spicco».  Hanno dentro – aggiunge Del Debbio – «un vulcano che esplode contro gli altri più che contro loro stessi. Gli ci vorrebbe Sigmund Freud più che Carlo Marx: qualche seduta da un bravo psicanalista li aiuterebbe».

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