Burke e altri 4 prelati anti-Bergoglio: “No a divorzio e aborto, sì alla pena di morte”

10 Giu 2019 18:58 - di Guglielmo Gatti

Un nuovo documento, interno al mondo della Chiesa, contro il pontificato di Papa Francesco. A firmare il testo – elaborato il 31 maggio e pubblicato oggi su Corrispondenza Romana, sito degli ultra tradizionalisti cattolici – è il cardinale Raymond Leo Burke patrono dell’Ordine di Malta assieme al vescovo e al suo ausiliare di Astana in Kazakistan, Tomash Peta e Athanasius Schneider, nonché due prelati emeriti, l’ex arcivescovo di Riga cardinale Janis Pujats, e l’ex arcivescovo di Karaganda, altra diocesi del Kazakistan. Numero in effetti davvero esiguo, al punto che i cinque sentono il bisogno di specificare che “un tale movimento non è questione di numeri ma di verità”. La verità, per Burke e gli altri quattro anti-Bergoglio, è che “nel nostro tempo, la Chiesa stia vivendo una delle più grandi epidemie spirituali, cioè una confusione e un disorientamento dottrinale quasi universalmente diffusi, che costituiscono un serio pericolo di contagio per la salute spirituale e per la salvezza eterna di molte anime. Allo stesso tempo, dobbiamo riconoscere una pervasiva letargia – ovvero un sonno profondo – nell’esercizio del Magistero a diversi livelli della gerarchia della Chiesa”.

Secondo i cinque prelati oppositori di Papa Francesco, “c’è una fame spirituale, dei fedeli cattolici di tutto il mondo, di una riaffermazione di quelle verità che sono offuscate, minate e negate da alcuni degli errori più pericolosi del mondo attuale. I fedeli si sentono abbandonati in una sorta di ‘periferia esistenziale’ – un termine caro a Jorge Mario Bergoglio e che qui sembra invece usato come un boomerang… – Una situazione del genere richiede urgentemente un rimedio concreto” e dunque “una dichiarazione pubblica sulle verità riguardanti questi errori non può ammettere un ulteriore rinvio”. In tal senso, il cardinale Burke e gli altri quattro cofirmatari del documento – presentato con il titolo ‘Verità riguardanti alcuni degli errori più comuni nella vita della Chiesa nel nostro tempo’ – si dicono “consapevoli della nostra grave responsabilità di vescovi cattolici” e dichiarano di pubblicare il testo “come un aiuto spirituale concreto, in modo che vescovi, sacerdoti, parrocchie, conventi religiosi, associazioni di fedeli laici e persone private, possano avere l’opportunità di confessare, ‘privatamente o pubblicamente’ – si sottolinea – le verità che ai nostri giorni sono per lo più negate o sfigurate”, secondo il motto richiamato di San Paolo: “Combatti la buona battaglia della fede!”.

Un lungo elenco di no e un solo sì, alla pena di morte: è la lista dei cinque prelati tradizionalisti anti-Papa Francesco – che hanno firmato un documento dal titolo “Verità riguardanti alcuni degli errori più comuni nella vita della Chiesa nel nostro tempo”, elaborato il 31 maggio e pubblicato oggi. Citando a più riprese il Concilio Tridentino, senza però attaccare direttamente il Concilio Vaticano II che segnò un forte rinnovamento della Chiesa Cattolica, i cinque firmatari elencano una lunga sequela di divieti e peccati: aborto, eutanasia, divorzio, sesso fuori dal matrimonio, uso di anticoncezionali, eterologa, comunione ai divorziati risposati o conviventi, omosessualità, unioni civili, cambi di sesso. Ed esprimono invece un indiretto sì alla pena di morte. Scrivono infatti che “conformemente alla Sacra Scrittura e alla tradizione costante del Magistero universale, la Chiesa non ha errato nell’insegnare che il potere civile possa legittimanente esercitare la pena capitale sui malfattori, laddove ciò è veramente necessario per preservare l’esistenza o il giusto ordine della società”.

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