Venezuela: chi sceglie Conte tra Maduro e Guaidò? Il premier fa l’equilibrista
«La risposta del premier Conte all’appello del presidente venezuelano Guaidò, affidata stamani a una lettera su La Stampa, è un vero e proprio manuale di ipocrisia. Se infatti, e non è vero, il governo italiano ha sempre ritenuto democraticamente legittima l’Assemblea Nazionale e invece illegittima la Presidenza della Repubblica, perché, unico fra i grandi Paesi occidentali, non ha riconosciuto Guaidò? “Per non contribuire alla radicalizzazione delle rispettive posizioni’, si difende Conte, ma non può mai esserci equidistanza tra un regime che arresta i parlamentari e chi sta dalla parte della democrazia e del popolo». Lo dichiara Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia. «La realtà è che Conte è il premier dei M5S, di un movimento cioè illiberale che appoggia Maduro, e il suo tentativo di fare l’equilibrista è semplicemente grottesco», conclude Bernini.
Il testo della lettera di Conte a La Stampa
«Ho letto con attenzione l’invito che ieri lei mi ha rivolto, su questo giornale, a condividere le valutazioni su quanto sta accadendo in Venezuela. Le assicuro che sto seguendo la situazione critica con grande partecipazione e coinvolgimento emotivo, in considerazione delle sofferenze che sta vivendo la popolazione venezuelana, compresa la consistente comunità di origine italiana ivi residente». Così il premier Giuseppe Conte si rivolge a Juan Guaidò, presidente dell’Assemblea nazionale venezuelana, in una lettera pubblicata su La Stampa.
«Il mio governo – precisa Conte – non l’ha riconosciuta, tuttavia, quale presidente ad interim del Paese, non solo per ragioni di ordine giuridico-formale, ma anche perché consapevole del rischio di contribuire alla radicalizzazione delle rispettive posizioni, favorendo la spirale di violenza con il risultato di rendere ancora più drammatica la condizione della popolazione. Non siamo rimasti tuttavia passivi. Abbiamo condannato fermamente qualsiasi escalation di violenze e abusi, e abbiamo pubblicamente protestato per ogni limitazione delle prerogative dei deputati venezuelani. Non siamo stati fermi neanche sul piano degli aiuti concreti nei confronti della popolazione venezuelana, compresa la comunità di origine italiana».
La posizione del governo sul Venezuela, chi la capisce?
«Questa è la posizione del mio governo. E così sarà sempre anche in futuro. La stiamo sostenendo anche con riguardo al conflitto in atto in un Paese a noi prossimo e che consideriamo strategico, la Libia. È la medesima posizione che sosteniamo e sosterremo per un Paese geograficamente lontano, ma tanto amato, quale il Venezuela”, così il premier conclude la sua lettera.