Su Repubblica la “lista nera” di Gad Lerner: all’indice chi non la pensa come lui. Belpietro lo fa a pezzi
Sovranismo, è la parola chiave che sta animando controversie istituzionali e polemiche politiche rilanciate giornalisticamente e ritwittate via social. L’ultimo autorevole battibecco coinvolge allora Maurizio Belpietro, direttore de La Verità, in riferimento e replica ad un aspro intervento di Gad Lerner sul Venerdì di Repubblica.
Gad Lerner stila la lista di proscrizione di giornalisti da mettere al bando perché “sovranisti”
«Il commissario Calabresi non è bastato: l’ex Lotta Continua redige una lista di proscrizione sul Venerdì. Chi sostiene il sovranismo viene ora accusato di essere un “difensore della razza” da mettere al bando”: la denuncia di Belpietro come anticipato parte dal quotidiano e piomba in tutto il suo potenziale polemico su su Twitter.il guanto di sfida lanciato da Lerner sul periodico di Repubblica non è sfuggito al direttore de La Verità che, nel riprenderlo al volo, contrattacca argomentando. Il suo interlocutore, però, non demorde e non si smuove di un passo, anzi, sempre via social, ribatte: «Confermo quanto ho scritto, non ho nulla da aggiungere». Così Gad Lerner in nome di una democrazia tutta sua, replicando alle accuse mosse da Maurizio Belpietro contro di lui, fondatore di Lotta Continua, per l’articolo pubblicato sul Venerdi, mette al bando e censura chi non la pensa come lui. e da radical chic doc, pronto a riperticare slogan desuteti e logori luoghi comuni, stila stilato una vera e propria lista di proscrizione in cui inserisce firme di punta di ieri e di oggi mettendole all’indice per il solo fatto di non sposare l’ideologia totalitaria globalista e politicamente corretta, tipica dell’intellighenzia dem. Nella rubrica firmata dall’alto del pulpito del settimanale di Repubblica, l’ex direttore del Tg1, scrive in un articolo intitolato “I nuovi difensori della Razza” in cui sentenzia, a scanso di querele, «Vorrei compilare qui, a futura memoria, una lista di proscrizione meramente simbolica», laddove però, nascondendosi dietro il termine simbolico, cita nomi illustri di ieri, di oggi, di sempre, etichettati come interpreti di ieri e attuali epigoni di «quei propagandisti del razzismo italiano novecentesco».
Belpietro gli risponde per le rime: e la polemica monta sui social…
Una vera e propria lista di proscrizione redatta di suo pugno in cui Gad Lerner esilia intellettualmente, bandisce ideologicamente, caccia politicamente e confina nella trincea più lontana possibile il nemico da sconfiggere, che altri non sarebbe poi che un antagonista del pensiero che ai suoi occhi ha evidentemente il (solo) torto di non pensarla come lui. Non per niente, nella sua replica su La Verità, Belpietro sottolinea che Gad Lerner «sta chiedendo l’eliminazione (vedi Dizionario Garzanti) di un certo numero di persone, ma mette le mani avanti precisando di non avere il diritto di farlo e dicendosi certo che “nessuno gli farà del male a causa mia”. Anzi, i tipi che sta per menzionare, saranno felici di essere citati nella sua rubrica». Poi, il direttore sbugiarda l’elenco dei «giornalisti da esiliare e cacciare, secondo il democratico e tollerante Lerner: Mario Giordano, Paolo Del Debbio, Giuseppe Cruciani, Vittorio Feltri» e lui stesso, naturalmente, Maurizio Belpietro. «Un elenco a futura memoria – osserva il giornalista – perché ci si ricordi di loro quando Matteo Salvini non sarà più in auge, come ovviamente l’editorialista della lotta di classe si augura». Un concentrato di rabbia intellettuale, insidiosità dialettica e velenosità propagandistica, quello nascosto tra le righe del j’accuse firmato Lerner, che tradisce un livore culturale prima e mediatico poi, pericolosamente in voga in nei salotti di quell’intellighenzia di sinistra radical chic, a corto di slanci propositivi eppure pregna di recriminazioni e di liste di proscrizione.