Siri, la Procura di Milano apre fascicolo sulla palazzina. La replica: tutto regolare

6 Mag 2019 17:08 - di Roberto Frulli
Il sottosegretario ai Trasporti, il leghista Armando Siri adnkronos

La Procura di Milano apre un fascicolo, al momento senza ipotesi di reato né indagati, sulla vicenda, rivelata da Report, dell’acquisto da parte del sottosegretario Armando Siri di una palazzina a Bresso, vicino a Milano, per la figlia, con 585mila euro provenienti da un mutuo acceso, senza ipoteca, presso una banca di San Marino: «Il notaio che ha stipulato l’atto ha però segnalato la compravendita come operazione sospetta di riciclaggio», spiega Report nell’inchiesta televisiva che andrà in onda questa sera.

Il senatore leghista avrebbe intestato la proprietà – costituita da sette appartamenti, un negozio, un laboratorio e alcune cantine – alla figlia. Ma il denaro, come scritto nell’atto, sarebbe stato messo a disposizione dal padre, a titolo di liberalità, pertanto non soggetto all’imposta di donazione. Poi,   separatamente, la giovane avrebbe firmato una procura irrevocabile al padre a vendere l’immobile a se stesso o a terzi.

Una delle questioni su cui batte Report è quella relativa alla mancata garanzia a supporto del mutuo erogato: «Visto che il senatore Siri ha alle spalle un patteggiamento per bancarotta fraudolenta, ha avuto un immobile pignorato nel 2011 dall’Inpgi, ha dichiarato nel 2017 25mila euro di reddito – elenca il curatore del programma di Rai 3 Sigfrido Ranucci – ci siamo chiesti con quali garanzie sia stato erogato questo mutuo».

«So che Siri ha un mutuo come milioni di italiani. Non penso che sia un reato avere un mutuo su una banca, su cui pagano interessi come altri italiani. Mi sembra che ci siano tanti sospetti ma zero prove, zero illegalità, zero irregolarità», ha detto Matteo Salvini difendendo Siri il quale replica, netto, alle indiscrezioni di Report: «Tutto regolare, pronto a querelare».
«Non vi è alcuna irregolarità nell’acquisto dell’immobile a cui si riferiscono le anticipazioni di Report – ha sostenuto ieri Siri – L’acquisto è avvenuto con una procedura regolare e trasparente nel rispetto di tutte le norme vigenti comprese quelle anti riciclaggio. Nessuna operazione sospetta da segnalare ma la normale compilazione dei moduli che tutti i notai sono tenuti a redigere».
Una conferma che arriva anche dall’agenzia immobiliare che si è occupata dell’acquisto.

A gestire l’acquisto della palazzina è stata l’agenzia immobiliare di Policarpo Perini che, nel 2013, era candidato come sindaco di Bresso proprio con il partito fondato da Siri.

Policarpo è il padre di Marco Luca Perini, a capo della segreteria di Siri al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che difende la trasparenza del suo investimento. «Ogni documentazione attestante quanto sopra dichiarato sarà resa disponibile, qualora richiesta, alle autorità competenti – contesta Marco Luca Perini – Posso solo ribadire che l’acquisto dell’immobile è stato perfezionato nella totale trasparenza e nel pieno rispetto delle regole. Mio padre ha agito in qualità di mediatore immobiliare con agenzia operante in Bresso e il sottoscritto ha acquistato una piccola porzione dell’unità immobiliare come investimento personale».

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