Siri fuori dal governo, Conte lo revoca in Consiglio dei ministri. Evitata la conta

8 Mag 2019 13:27 - di Redazione
Il sottosegretario ai Trasporti, il leghista Armando Siri adnkronos

Armando Siri è fuori dal governo. Il primo ministro, Giuseppe Conte, ha revocato il sottosegretario ai Trasporti in quota Lega al termine di due ore di dibattito nel corso del Consiglio dei ministri odierno centrato proprio sulla vicenda della revoca delle deleghe all’esponente leghista sul cui caso non c’è stato un voto.

Dopo le motivazioni, illustrate dal premier Giuseppe Conte, che ha spiegato punto per punto le motivazioni – motivazioni che lo stesso premier ha definito «oggettive» – che lo hanno indotto a chiedere un passo indietro di Armando Siri, indagato per corruzione, la parola è passata ai singoli ministri.
Una discussione «civile e pacata», secondo fonti della Lega, quella c’è stata durante il Consiglio dei ministri sul caso Siri.
Conte ha spiegato di essere d’accordo con la presunzione di innocenza ma, anche, di tenere alla fiducia della gente: «il governo del cambiamento – ha detto Conte in Consiglio dei ministri – non può perdere la fiducia della gente. Se perdiamo la fiducia dei cittadini non potremmo più averli al nostro fianco e non potremmo più agire come governo del cambiamento», aggiungendo di voler rivendicare il metodo anche per il futuro».

Se altri casi di esponenti del governo indagati dovessero presentarsi in futuro, ha detto il presidente del Consiglio, rivendico di poter discernere – senza alcun condizionamento e senza alcun automatismo né a favore né contro – caso per caso».

Inizialmente si pensava che si sarebbe arrivati alla conta, a meno che la Lega non avesse chiesto esplicitamente un voto per mettere a verbale la sua opposizione alle dimissioni ma, in realtà, appunto non c’è stato alcun voto nel Consiglio dei ministri per la revoca di Siri.

La Lega ha continuato a spiegare la scelta di difenderlo perché «innocente fino a prova contraria» rispetto a quanto gli viene contestato dalla Procura.

Prima del Consiglio dei ministri non ci sarebbero stati contatti tra il premier e i due vice, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, gelo, quindi e nessun “dialogo” tra M5S e Lega.
Si è, dunque, andati dritti, in un clima di gelo, in Consiglio dei ministri fissato per le 9,45, ognuno fermo sulle proprie posizioni.
Non è escluso che in prima mattinata ci sia stato un incontro tra Salvini e il sottosegretario di Palazzo Chigi, Giancarlo Giorgetti.

La Lega, intervenuta con i ministri Bongiorno e Salvini, ha ribadito la sua fiducia nel premier ma anche la convinta difesa del sottosegretario Armando Siri, «innocente fino a prova contraria come tutti i 60 milioni di italiani».
«Basta coi litigi e con le polemiche, ci sono tantissime cose da fare – hanno detto i ministri leghistiflat tax per famiglie, imprese e lavoratori dipendenti, autonomia, riforma della giustizia, apertura dei cantieri, sviluppo e infrastrutture: basta chiacchiere, basta coi no e i rinvii».

E, poco dopo, è arrivata la reazione di Di Maio: «propongo subito tavolo su flat-tax e salario minimo». Una concessione alla Lega rispetto alla battaglia sulla flat tax voluta dallo stesso Sir, autore proprio della proposta di legge per l’introduzione della flat tax al 15 per cento e della cosiddetta “pace fiscale”.

«C’è grande orgoglio, sono molto orgoglioso della decisione presa, è stato un consiglio dei ministri disteso, un cdm in cui ci siamo detti che andiamo avanti con il governo – ha detto Luigi Di Maio nel corso della conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri – Oggi il Consiglio ha deciso, su proposta di Conte di avviare la procedura revoca di incarico di sottosegretario a Siri, non perché colpevoli ma perché quando si parla di corruzione e mafia la politica deve agire prima».

Giornalista, consigliere economico di Matteo Salvini dal 2014, ideatore e curatore della Scuola di Formazione Politica della Lega, Siri era stato nominato nel giugno 2018 sottosegretario ai Trasporti dopo dopo essere stato eletto al Senato, nel collegio Emilia Romagna, nella lista Lega per Salvini Premier.

 

 

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