Sicurezza e Famiglia: nel governo è lite totale. Ma hanno un piano per salvare la poltrona
Il decreto sicurezza «dovrà» essere all’ordine del giorno del consiglio dei ministri di lunedì. Suonano come un ultimatum le “indiscrezioni” fatte trapelare dal Viminale ieri sera, alla fine dell’ennesima giornata al calor bianco tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Un avvertimento che fa il paio con «l’ultimo avviso», così lo ha chiamato lui, lanciato dal leader pentastellato contro chi, sostiene, «sta provando a sabotare» il decreto famiglia, a sua volta atteso in Cdm. Dunque, a una settimana dalla fine della campagna elettorale la guerra totale all’interno del governo raggiunge un nuovo picco.
La sponda di Mattarella a Conte
Raccontano – le fonti bene informate – che sia dovuto intervenire anche il Quirinale. Parlano di «sintonia» fra il Colle e il premier Giuseppe Conte intenzionato a fare in modo che il tanto atteso Cdm slitti o, per lo meno, sia una riunione di routine, che si limiti ad approvare i provvedimenti in scadenza e le nomine dei vertici di Guardia di Finanza e Ragioneria della Stato. Per i dl Sicurezza e Famiglia, al limite, sarà prevista una discussione di massima, in attesa di tempi più tranquilli, ovvero della fine della campagna elettorale. Intanto, comunque, per il Cdm ancora non c’è una convocazione ufficiale.
Palazzo Chigi prova a metterci una pezza
Conte, da parte sua, dopo essere stato tirato in ballo sul decreto Sicurezza ed essersi sentito dire da Salvini che «non mi faccio dare ordini da lui», sempre nella serata di ieri ha fatto dire a fonti di Palazzo Chigi che «il presidente del Consiglio Conte non partecipa alla competizione elettorale e non si lascia certo coinvolgere nella dialettica che la sta caratterizzando. Piuttosto invita tutti i ministri a mantenere toni adatti a chi rappresenta le istituzioni». «Il presidente del Consiglio non dà e non ha mai dato ordini. Come previsto dall’articolo 95 della Costituzione dirige la politica generale del governo e ne è responsabile. E coordina l’attività dei ministri. Di tutti i ministri, nessuno escluso», hanno puntualizzato le stesse fonti.
L’exit strategy per evitare la rottura
La prova del nove sull’efficacia di questo coordinamento si avrà, forse, lunedì. Ma intanto tra le righe degli ultimi sommovimenti politici si legge già l’indirizzo della possibile l’exit strategy: l’intervento degli uffici tecnici. Il dl Sicurezza bis avrebbe profili di incostituzionalità e il dl Famiglia, secondo quanto emerso da un protocollo del Mef che riporta il parere della Ragioneria dello Stato, non avrebbe coperture finanziarie. Lo stesso Di Maio, del resto, concludeva il post contro i «sabotatori» scrivendo che il dl «può andare in questo o al prossimo consiglio dei ministri dopo le europee». Insomma, l’ennesima pantomina recitata a soggetto.