Se questo si chiama cambiamento, ci sarà chi griderà “Aridatece De Michelis”
Gianni De Michelis è morto. Ma questi che ci sono ora, è sicuro che siano vivi? Bastano i sondaggi, sia pure claudicanti, a testimoniare l’esistenza di un governo e di una maggioranza che si ammazzano di botte su tutto? Non si sopportano più tra di loro e non li sopportiamo più noi che amiamo l’Italia.
Si sono menati sul caso del sottosegretario Siri per le accuse di corruzione. Parlano di conflitto d’interesse, ma manifestano uno straordinario interesse al conflitto.
Lega e Cinquestelle si mettono reciprocamente nel mirino per la canapa e da un po’ pure sui migranti. La sicurezza diventa un tema di battaglia tra opposti all’interno del cortile di palazzo Chigi. Tacere sulle autonomie…
Non parliamo dell’economia. Tasse su e giù. (Su nei fatti, giù nelle parole). La Tav che si fa e non si fa a seconda di chi parla. Roma capitale da salvare o da assassinare. Sblocca cantieri come arma per la soluzione finale in Parlamento a suon di emendamenti contrapposti.
Arriva la mazzata europea
Nel frattempo prepariamo le tasche, perché fra poco tornerà a svuotarcele la Commissione Europea con la nuova mazzata sui nostri conti pubblici.
Di Maio e Salvini litigano su tutto, non si reggono più, una maggioranza come quella che sta al governo dell’Italia si prende ogni giorno a randellate per racimolare decimali alle elezioni del 26 maggio. Il Paese, l’interesse nazionale, i diritti del nostro popolo, vengono dopo i voti.
Al confronto, Gianni De Michelis era un gigante. Non si amavano neppure quei leader di allora, ma gli insulti quotidiani di questo tempo debole fatichiamo a ricordarli. Anche se siamo di memoria lunga.
Certo, c’erano i brutti vizi della prima repubblica. Ma siamo sicuri di poter dire che oggi sia tanto meglio? Se questo si chiama cambiamento, ci sarà chi griderà “Aridatece De Michelis”.
Bastano i vitalizi?
Dopo un anno di governo, non è semplice giustificare il cambiamento con l’abolizione dei vitalizi. Che esistono ancora e semmai sono stati trasformati in pensione. Perché lo decise il governo Monti…
Il reddito di cittadinanza è certo cambiamento. Culturale e devastante, perché al posto del lavoro emerge il diritto all’assistenzialismo persino se stai in un campo nomadi.
De Michelis e chi viene bollato spregiativamente come appartenente a “quelli di prima” hanno commesso tanti errori. La differenza tra ieri e oggi sta nell’odio che emerge dai social. Lo Stato è sempre più indebitato. Le famiglie pure.
Parlavano di politica e li ascoltavi. Ora l’ambizione è aspettare la fine del comizio per farsi fotografare con loro. I più eroici fanno la fila per fare un dispetto a Salvini.
Ve li immaginate a Sigonella, Conte e compagnia? Si vive sempre più alla giornata, non c’è visione del futuro, ecco perché siamo dispiaciuti della triste morte di De Michelis. Certo, non siamo nostalgici di quelle politiche, che conoscemmo e combattemmo. Ma sappiamo distinguere tra il giusto e ciò che era sbagliato. Qui, ora, se ne dicono di tutti i colori tra di loro ed è davvero molto triste, lo spettacolo.
Dice il pigro “ma se cascano arriva il Pd”. E quanto durano…
La differenza sostanziale fra ieri e oggi è che fino a poco tempo fa i politici si formavano nei partiti maggioritari distrutti dalle inchieste giudiziarie iniziate per indagare sulla corruzione diffusa, proseguite per colpire l’avversario.
Un vecchio proverbio è sempre di moda: Si stava meglio quando si stava peggio.
Questo che ora ci rappresenta è un governo abnorme e distruttivo.
La maggioranza degli italiani non riesce a capire Salvini perché ha fatto questo patto scellerato e come continua a stare al governo con gente inadeguata,voltabandiera (i loro rappresentanti cambiano idea su tutto un giorno sì e l’altro invece pure a secondo delle convenienze politiche e personali) e distruttrice delle risorse e degli interessi dell’Italia.
Si spera sol che con le elezioni europee si ponga fine a questo calvario.