Se il presidente dell’Antimafia fa le indagini, Fico e Casellati hanno nulla da dire?

21 Mag 2019 13:07 - di Francesco Storace

Il presidente Roberto Fico ha nulla da dichiarare? E la Casellati? Neppure una domanda al presidente dell’antimafia, Nicola Morra, Cinquestelle? A una settimana dalla denuncia – grave, se vera – di tre parlamentari di Forza Italia contro i metodi di Morra, tutto tace. E’ come se non fosse accaduto nulla. Ma c’è ancora chi si indigna e vuole capire.

Scrive Minzolini…

Ha scritto stamane Augusto Minzolini sul Giornale: “Può accadere in un Paese normale che un presidente della Commissione antimafia, nel caso il grillino Nicola Morra, possa registrare un colloquio nel soggiorno di casa sua con l’ex segretario del sindaco di Cosenza, all’insaputa dell’interessato, e lo porti alle dieci di sera a dei finanzieri per trasmetterlo a un procuratore aggiunto che su quella conversazione aprirà dieci fascicoli di indagine? No. Ed ancora, che uno dei finanzieri che hanno ricevuto il nastro e il magistrato in questione, poco dopo vengano chiamati alla Commissione antimafia il primo come segretario del presidente Morra e il secondo come consulente a tempo pieno? Tanto meno. «Per un fatto del genere – osserva Luca Paolini, il più garantista dei leghisti – bisognerebbe chiedere le dimissioni di Morra. Luciano Violante 25 anni fa si dimise per molto meno».

Strano silenzio

Invece, è calato il silenzio. Sette giorni orsono, giorno più giorno meno, la conferenza stampa. L’accusa viene da Giorgio Mulè e Jole Santelli, che spalleggiano Roberto Occhiuto. I tre sono tutti di Fi e forse il terzo avrebbe fatto bene ad astenersi dall’incontro con i giornalisti, visto che la vicenda riguarda il fratello, sindaco di Cosenza.
In buona sostanza, nel bel mezzo di un’indagine in corso, si viene a sapere che Morra “arpiona” l’ex segretario (cacciato) del sindaco, lo riceve in casa, lo fa parlare, ne registra le dichiarazioni, e ci mette ben cinque giorni per consegnarle alla Guardia di Finanza. Non solo. Dopo qualche tempo – e qui l’accusa è da brividi – il maresciallo che riceve la documentazione, in un Dvd, diventa segretario della commissione del presidente Morra all’antimafia, dove arriva come consulente anche il magistrato che ha aperto il fascicolo.
Sicuramente tutte persone perbene, ma nel posto sbagliato.
Chi interroga il presidente della commissione antimafia? I presidenti della Camere hanno il dovere di agire.

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