Scontro sul decreto sicurezza, il Viminale: sia legge quanto prima. Ma Di Maio: dubbi sui rimpatri
I tecnici del Viminale hanno ultimato le limature al testo del Decreto sicurezza bis, così da fugare qualsiasi perplessità e togliere alibi. Lo fa sapere il Viminale in una nota. Il provvedimento, chiarisce il Viminale, è stato inviato pochi minuti fa a Palazzo Chigi. Il ministro dell’Interno aspetta la convocazione del Consiglio dei ministri per domani, così come è stato assicurato ieri notte. “Domani conto di approvare il decreto sicurezza in consiglio dei ministri”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini, parlando a un comizio della Lega a Lecce. “Il decreto è pronto: sono 17 articoli che aiutano l’Italia. Spero che nessuno si metta di traverso. Io sono pronto anche oggi”, ha detto Salvini, rispondendo ai giornalisti, che lo aspettavano alla Prefettura di Lecce dove firmerà un protocollo, riferendosi al decreto sicurezza. “Abbiamo risolto tutto – ha aggiunto – ho lavorato fino a mezzanotte, correggendo a mano quello che eventualmente poteva essere cambiato”. “Ho un decreto sicurezza che fa bene all’Italia – ha aggiunto Salvini – combatte spacciatori, camorristi, scafisti, teppisti da stadio e difende poliziotti e carabinieri. Conto che sia legge prima possibile, non perché serve a Salvini ma perché serve all’Italia”.
Ma i 5 stelle fanno melina: “Sul dl sicurezza bis io so che ci sono interlocuzioni tra la presidenza del Consiglio e il Quirinale per eliminare alcuni dubbi di incostituzionalità, finché non sono eliminati quei dubbi è inutile parlarne in Cdm, ma spero” che l’empasse “si risolva prima possibile”. Lo dice il vicepremier Luigi Di Maio, rispondendo alle domande dei cronisti nel corso di un evento a Roma. “Io aspetto il testo definitivo” del dl sicurezza bis, “due-tre milioni di euro per i rimpatri non so cosa ci permettono di fare, servono diversi centinaia di milioni e li possiamo trovare. Noi in quel dl guardiamo soprattutto la norma su rimpatri, del resto se dobbiamo fare un dl bis e perché nel primo qualcuno si è dimenticato di affrontare la questione”, ha aggiunto Di Maio.
Persino il presidente del Consiglio frena: il decreto legge sicurezza “è complesso e presenta dei profili che vanno approfonditi ancora”. Le parole del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, all’indomani della riunione del Consiglio dei ministri, dimostrano come sia ancora in salita la strada che porta all’approvazione del provvedimento fortemente sponsorizzato dal ministro dell’Interno. Ma complicazioni analoghe investono anche il testo sulla famiglia, sostenuto invece dal Movimento Cinquestelle. Su entrambi i decreti si sono infatti accesi i fari del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ben attento in queste settimane a tenersi distante dalle polemiche elettorali, ma che naturalmente non può fare a meno di esercitare il suo ruolo di garante del rispetto delle norme costituzionali. Così nei giorni scorsi sono arrivati in maniera riservata sul tavolo di Conte i rilievi del Quirinale sui due provvedimenti in gestazione: dubbi per le multe previste per chi soccorre i migranti in mare e per la ripartizione e il rispetto delle competenze tra i vari ministeri per quanto riguarda il tema della sicurezza; perplessità sulle coperture finanziarie relativamente alla questione della famiglia.