Scandalo Ferentino,il silenzio assordante di Zingaretti diventa un boomerang
Il silenzio assordante di Nicola Zingaretti sullo scandalo di Ferentino, mette in serio imbarazzo il sindaco di provata fede dem Antonio Pompeo, che è anche presidente della Provincia di Frosinone e dell’Upi con ambizioni parlamentari. E dimostra che il nuovo corso del partito (con l’elezione bulgara del governatore del Lazio) stenta a partire. La presunta verginità etica del Nazareno e la campagna moralistica contro il governo gialloverde si infrange sull’attualità giudiziaria.
Il silenzio di Zingaretti sul caso Ferentino
A fotografare attentamente le fibrillazioni, i no comment e gli imbarazzi del Pd nella provincia di Frosinone è un articolo pubblicato sul quotidiano online alessioporcu.it, che di cose laziali se ne intende. Riprende un editoriale di Francesco Storace (definito una “stoccata precisa” contro Zingaretti) nel quale il direttore del Secolo ripercorre la vicenda dello scandalo del cimitero comunale sottolineando i silenzi di Pompeo, «un fedelissimo del governatore che si è visto portare in galera un consigliere comunale e un ex assessore assieme a un discreto numero di personaggi accusati di essere in odor di camorra. A sua insaputa, naturalmente». L’accusa dei magistrati è pesante: si ipotizza che il consigliere comunale delegato a seguire quell’opera abbia taglieggiato l’impresa vincitrice dell’appalto con una tangente da pagare a rate e l’aiuto di manovali della malavita organizzata per sollecitare la riscossione che invece tardava.
In questo ginepraio la dirigenza nazionale del Pd finora è rimasta muta e si è ben guardata dal difendere il suo uomo nel feudo della Ciociaria. «Il problema di fondo, in tutto questo, è che il Pd del 91% a Zingaretti tarda a zingarettizzarsi – si legge sul quotidiano online– a fare proprie, cioè, quelle forme di coerenza e trasparenza, che hanno portato il governatore del Lazio a diventare segretario nazionale del Pd. In altre parole. Dov’è il dibattito? Perché non è stata riunita la Direzione Provinciale del Partito? Fosse solo per ribadire la più totale fiducia nel lavoro della magistratura ed in quello di Antonio Pompeo?».
Il silenzio, insomma, rischia di avere un prezzo troppo alto per il Pd «che – scrive Porcu – non può tacere. Non può ignorare. Perché il tutto appare come un voler gettare la polvere sotto al tappeto». Allora viene da chiedersi: da dove nasce la paura del Pd di rendersi trasparente? Porcu fa nomi e cognomi di pezzi da novanta del territorio (Francesco De Angelis e Domenico Alfieri) che parlando di Ferentino temono il corto circuito di equilibri delicati che è meglio non toccare. Prima di fare il moralista sul governo Lega-5Stelle Nicola Zingaretti, per un briciolo di coerenza, dovrebbe fare i conti in casa propria. Se non un repulisti, almeno un’occhiata alle carte.