Salvini accusa Di Maio: «Basta insulti, non conviene a nessuno. Mussolini? Fece cose importanti»
Tensione sempre alta nella maggioranza di governo, con i continui botta e risposta tra i due vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Dopo gli ultimi scontri di ieri sera sullo spread, con le minacce di Salvini all’Europa sullo sforamento del deficit e le accuse di “irresponsabilità” di Di Maio, oggi il leader della Lega si affida a un’intervista al Corriere della Sera per chiarire la situazione all’interno del governo. «Abbiamo troppo da fare. E non esiste una maggioranza alternativa», ha spiegato Salvini dopo che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, aveva paventato il rischio di una crisi di governo.
Ma un chiarimento? «Io sono a disposizione. Però, nessuno mi ha chiamato, non è che sia io a non volermi riunire», replica a Di Maio, che gli aveva rimproverato di rifiutare di partecipare al vertice di maggioranza. Ma anche il vicepremier leghista non lesina stoccate al suo alleato con ironie spietate contro il reddito di cittadinanza: «Hanno aumentato le separazioni e i divorzi, ci sono persone che fanno acquisti strani… Ma va bene: si controllerà». Stoccate anche sul salario minimo, altro provvedimento bandiera: «Ridurre le tasse alle imprese è una priorità: perché il salario minimo lo dà l’impresa, non altri».
Non manca, nell’intervista, la solita domanda sul fascismo e su Mussolini. Qui il giudizio di Salvini è articolato: «Il mio è un giudizio storico decisamente negativo – dice – come per tutti i regimi che cadono nella violenza, che incarcerano idee e persone… Poi negare le opere, le bonifiche, le grandi stazioni, secondo me non ha senso. Mi stupisce che io in campagna elettorale parlo di tasse e di lavoro e mi danno del fascista…».
Vero però fece anche porcherie! Bonificò l’Agro Pontino e si fece dare da tutte le donne le collanine, anelli e medagliette d’oro (anche di famiglia) per pagare la guerra…