Salone del libro: la Lega vuole le dimissioni del direttore, Pd e M5S fanno quadrato in sua difesa
Il pluralismo deve tornare al salone del libro, via il direttore Nicola Lagioia. Lo chiede la Lega e immediata c’è la levata di scudi di Pd e M5S. “Nicola Lagioia deve dimettersi e deve fare lo stesso il suo direttivo. Non è francamente accettabile che il direttore di un evento importante come il Salone del Libro, evento in crescita e con una credibilità democratica internazionale da difendere, faccia partire un boicottaggio contro lo stesso evento che organizza”, lo afferma in una nota il segretario torinese della Lega e capigruppo in Consiglio comunale, Fabrizio Ricca.
“Il Salone – continua Ricca – si merita pluralità, democrazia e libertà e il clima che si è creato in questi giorni di polemica va esattamente nella direzione opposta a questi principi insindacabili quando si parla di cultura. Rimane anche assurdo e da chiarire l’atteggiamento censorio e limitante della libertà di espressione messo in campo da Regione e Comune. Per questo chiediamo un passo indietro a chi non è intervenuto tempestivamente per difendere autori che con la loro presenza, negli anni, hanno contribuito al successo del Salone”.
Chiara Appendino, sindaco pentastellato di Torino, insorge in difesa di Lagioia: “Non permetteremo alla Lega di distruggere il lavoro di tre anni col quale abbiamo faticosamente salvato il Salone”. “Nicola Lagioia – continua – direttore della rinascita del Salone, non si tocca, è patrimonio della città. Se la Lega vuole prendersela con qualcuno se la prenda con chi si è assunto la responsabilità politica della scelta, ovvero la sottoscritta”, aggiunge.
Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino: “Se la Lega pensa di usare il Salone come una delle tante poltrone di cui stanno facendo mercimonio sarà sconfessata dalla stessa comunità del Salone”.